Mongol Brothers: da Trento alla Mongolia, in viaggio per beneficenza (Seconda parte)

Leggi la prima parte dell’intervista.

Come è possibile riuscire a fare dei pronostici sulle spese di un viaggio così straordinariamente fuori dal comune?

Confrontandoci con tanti ragazzi e ragazze partiti gli anni scorsi abbiamo compreso che, stando molto larghi, dovremmo arrivare a spendere intorno ai tremila euro a testa (tutto compreso). Cifra che tiene conto anche dei più improbabili o infausti inconvenienti, come il dover prendere un aereo dall’Azerbaigian per tornare in Italia. Una cosa davvero bella è che molte realtà del territorio si stanno interessando a questa nostra avventura, proponendosi come sponsor (al momento, fra i più importanti, vi sono Garmont e Birroficio Rethia). Il nostro intento è quello di fare rete e di far conoscere a più persone possibili quanto vogliamo realizzare ed il messaggio che ci sta dietro. Vorremmo poter lasciare il segno: passare per territori desolati e lasciare una maglietta o un pallone o ancora colori e cartoncini in villaggi in cui la scuola più vicina è a giorni di cammino. E questo nostro sta diventando sempre più un viaggio collettivo grazie soprattutto alle realtà trentine ed ai donatori che ci supportano e che in qualche modo partiranno insieme a noi. 

Durante il tragitto ci terrete aggiornati o racconterete tutto una volta rientrati in Italia?

A livello comunicativo lavoriamo su tre piattaforme principali che sono Facebook, Instagram ed il nostro sito. Sicuramente aggiorneremo tutti prima di partire dicendo quello che a grandi linee sarà il percorso che faremo. Durante il viaggio invece, mezzi permettendo, cercheremo di dare nostre notizie, ma senza la pressione di dovere per forza pubblicare qualcosa, rischiando altrimenti di perderci l’essenza di quanto staremo vivendo.

Quanto è lungo il percorso, ma soprattutto: su quale mezzo viaggerete?

Classe 2000, come noi, ad accompagnarci sarà “Sindy”, una piccola Suzuki Wagon (di Silvano, papà di Pietro), sulla quale dobbiamo ancora capire se avremo lo spazio per dormire la notte. Abbiamo macinato molti chilometri con l’intento di comprendere se fosse un mezzo papabile e stiamo lavorando per prepararla alla grande partenza. Dovremo percorrere quindicimila chilometri partendo a metà luglio da Praga: i partecipanti avranno la possibilità di scegliere la via che preferiscono per raggiungere poi tutti la medesima meta (Ulan-Ude). Verso fine agosto o inizio settembre aprirà la “finish line” (traguardo), che dovrà essere superata entro due settimane, quindi di fatto, calcolando anche il rientro a casa, staremo via un paio di mesi.

 E mentre su Instagram Stefano e Pietro continuano a raccontare la preparazione alla corsa, le loro idee in merito a “possibili tragitti” ed alcune novità, non possiamo che rimanere in attesa dell’arrivo del grande giorno, augurando loro non soltanto buona fortuna, ma soprattutto: buon viaggio!

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domenica 16 Febbraio 2025