Le vicissitudini dell’analcolico biondo (parte seconda)

Leggi la prima parte dell’articolo.

Lanciato sul mercato nel 1965 – dapprima con il nome Picador, poi trasformato in Biondino e definitivamente in Crodino – l’analcolico biondo passa nel corso degli anni di mano in mano. L’originaria azienda Crodo ne trasferisce presto la produzione alla multinazionale olandese Bols Wessanen che la mantiene sino al 1995, anno in cui lo stabilimento e il marchio vengono acquistati dalla celebre azienda italiana Campari.

Inizialmente vi è intenzione di spostare totalmente la produzione dell’analcolico nello stabilimento denominato “Crodo sud” di Sulmona (AQ) che già si occupava della produzione per il sud Italia. I lavoratori di Crodo però si oppongono e il tutto si conclude con un nulla di fatto, il Crodino rimane così nel proprio luogo d’origine. Nel 2017 un ulteriore passaggio di proprietà porta lo stabilimento di Crodo nelle mani dell’azienda danese Royal Unibrew, ma il Crodino rimane a Campari con una scadenza di 3 anni, prorogata ulteriormente a data da definirsi.

La miscela di ingredienti del famoso analcolico è per lo più segreta, si sa solamente che essa viene lasciata riposare per sei mesi in botti di rovere, al fine di raggiungere il caratteristico sapore amarognolo. Il tutto viene in seguito aggiunto all’acqua di fonte, di cui il paese di Crodo è largamente provvisto, in quanto celebre per essere un’importante località termale e per le sue acque minerali. Ciò nonostante, non esiste alcun vincolo giuridico che obblighi a utilizzare proprio l’acqua di Crodo per la produzione che, quindi, non risulta indissolubilmente legata al suo paese d’origine.

A ciò si aggiunge il fatto che, nelle varie pubblicità susseguitesi negli anni, il legame non venga mai espresso: non è presente alcun riferimento al luogo di provenienza del prodotto, né tramite informazioni scritte né con elementi quali personaggi e paesaggi riconducibili o riconoscibili come appartenenti e/o tipici. Al contrario, ci si riferisce alla bevanda oltre che come “l’analcolico biondo”, slogan presente tutt’oggi, anche come “l’analcolico di lusso”, assolutamente lontano dalla connotazione del piccolo paese montano di Crodo. Negli spot pubblicitari Brigitte Bardot prima, il gorilla e Owen Wilson poi, hanno ulteriormente allontanato qualsiasi collegamento tra Crodo e il Crodino.

Nonostante esso risulti uno dei brand definito ‘a priorità locale’ proprio dalla stessa casa madre Campari, il valore locale della produzione non viene mai sottolineato. In aggiunta, con i recenti passaggi di proprietà, il Crodino rischia anche di lasciare il suo paese natale, mantenendo solamente il nome: unico (nascosto) legame.

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sabato 8 Febbraio 2025