L’arteterapia arriva dove le parole non arrivano

Abbiamo incontrato Roberta Guarinoni, Psicoterapeuta di orientamento psicodinamico freudiano e Arteterapeuta, per parlare di arteterapia, strumento potente, capace di arrivare al nucleo delle emozioni più profonde dellindividuo.

Cosè e a cosa serve l’arteterapia? 

«Arte-terapia significaletteralmente “terapia con l’arte”. In sostanza usando il medium artistico l’arteterapeuta va a lavorare sulla qualità della relazione e sul benessere della persona. Per questo, è molto importante scegliere la modalità più adatta al bisogno; ad esempio i lavori con il materiale ad acqua vanno ad agire sulle emozioni: essendo il colore liquido difficile da gestire e quindi da “controllare”, consente a chi ha difficoltà nel lasciarsi andare di liberare i propri sentimenti. Viceversa, i pastelli o le cere (materiali secchi) sono ideali per chi ha bisogno di “contenimento”, di concentrazione. La lavorazione della creta è indicata in percorsi di potenziamento dell’autostima, migliora l’equilibrio, la capacità di “stare in piedi”: per costruire una statuetta che non cada è necessario infatti creare una base solida. Ogni materiale va scelto in base a chi si ha difronte e agli obiettivi che si desiderano raggiungere. L’arteterapeura propone sempre percorsi ad hoc. Dopo un primo colloquio, si decidono insieme al paziente modalità e tempi; si può anche scegliere di alternare psicoterapia e arteterapia o effettuare sedute “ibride”, come accade spesso, perché uno strumento integra l’altro e lo potenzia. Infine, si osserva quanto emerge dal manufatto (in arteterapia si chiama “manufatto” il prodotto della seduta), integrandone con spunti psicologici l’insight».

Quando si ricorre allarteterapia?

«L’ arteterapia è assolutamente per tutti, ma si rivela strumento indispensabile nei casi in cui ci siano difficoltà espressive, poiché bypassa ogni impedimento linguistico o cognitivo; per questo si usa spesso per patologie come l’autismo o con soggetti con compromissioni verbali, date ad esempio da ipossia alla nascita et similia».

Ci spieghi le differenze tra arteterapia e psicoterapia?

«La parola è mente e mente, poiché filtrata dal pensiero. Lavorare con l’arte permette più facilmente di accedere al pre-verbale, allinconscio. L’arte è più diretta e arriva più velocemente al nucleo del problema». 

Ci racconti il tuo percorso di formazione per diventare arteterapeuta?

«Dopo essermi specializzata al Cerp di Trento (Centro di Ricerca di Psicoterapia), di orientamento psico dinamico-freudiano, ho frequentato la scuola di Arti Terapie Artedo. Ci sono diverse branche: arteterapia, musicoterapia, teatroterapia e danzaterapia; ognuno può indirizzarsi a seconda delle proprie attitudini».

Ci parli del tuo lavoro?

«Lavoro in psichiatria, all’ospedale di Bolzano, e in diversi Crp, con soddisfazione. Ho da poco terminato al Foyer del S.Mauruzio una mostra intitolata: “Il fiume della vita”, in cui abbiamo esposto un’opera realizzata con i pazienti secondo modalità arteterapeutiche. Seppur talvolta di alto livello, in realtà non conta l’estetica di ciò che si crea, ma il “processo”,  i cui effetti perdurano nel tempo. Sentirmi dire “grazie, non ho pensato a nulla, ora sto meglio”, è per me il più grande successo». 

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sabato 8 Febbraio 2025