L’anima non ha colore

In questi mesi, la pandemia ci ha messo di fronte a tante (nuove?) consapevolezze: abbiamo provato sulla nostra pelle che la forza non è solo una questione fisica, che la solidarietà è fondamentale e che le barriere non sono poi così indistruttibili come pensavamo o speravamo. Da qui (dalla forza, dalla solidarietà e dalle barriere) nasce la storia di Luisa, Oumar e Tenemba.

Nel 2013, a diciassette anni, Oumar lascia il Mali e la sua famiglia. Il viaggio lo porterà in Italia, il bel paese che – come ha scritto la magica penna di Ivano Fossati – sembrava un sogno, steso per lungo ad asciugare. Il cammino continua fino a Gravellona Toce, in Piemonte, dove la sua passione per la pittura viene accolta in una mostra nel 2018. È qui che incontra Luisa, educatrice da tempo vicina alla realtà dei centri di accoglienza, con la quale costruisce fin da subito un solido legame.

Nel 2019, Oumar riceve l’ennesimo diniego per il permesso di soggiorno; vengono invece approvati i Dl Sicurezza che, oltre a rendere le Commissioni territoriali più diffidenti, limitano la protezione umanitaria. A questo punto, ascoltando il cuore, Luisa decide di agire: Oumar diventerà suo figlio.

Prima, però, Tenemba (la mamma in Mali) deve rinunciare alla potestà genitoriale. Luisa riesce a telefonarle e, commossa, le promette che non appena i documenti permetteranno a Oumar di essere libero ovunque vorrà, lei e Oumar la andranno a trovare. Tenemba conosce solo la lingua bambara, ha pochi soldi con sé, non sa leggere né scrivere, ma niente le impedisce di affrontare 183 chilometri in autobus fino a Bamako (la capitale) per recarsi in tribunale. In meno di un anno, arriva la sentenza: Luisa può adottare Oumar.

Il Covid-19 ha stravolto ogni piano, ma il viaggio per il Mali è solo rimandato. Nel frattempo, Oumar lavora come cameriere, studia per diventare parrucchiere e si prepara a prendere la patente, sorretto dall’amore di due grandi donne. Lontana da ogni sterile dibattito politico (spesso circoscritto ai salotti in tivù), questa storia dimostra che dietro ai sondaggi e alle statistiche ci sono persone che viaggiano, soffrono, amano e lavorano, con gli stessi diritti e gli stessi doveri di tutti.

In tempi in cui il timore e la diffidenza nei confronti del prossimo hanno raggiunto l’apice, testimonianze come questa accarezzano il nostro lato più umano, infrangendo ogni confine.

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sabato 27 Luglio 2024