Siamo tutti al verde
Come innovare in un'ottica green
Il seminario sulla Green economy, proposto di recente dal servizio Placement dell’Università di Trento, ha suggerito con forza che la sostenibilità ecologica e sociale può davvero essere non solo una leva del cambiamento, ma una realistica prospettiva per uscire dalla crisi, come persuasivamente affermato anche da Naomi Klein nel suo ultimo libro Una rivoluzione ci salverà. (Perché il capitalismo non è sostenibile). Sebbene, infatti, lo scenario globale a livello ambientale ed economico non sia certo dei più rosei, il compromesso stato di salute del nostro pianeta e l’alto tasso di disoccupazione diffuso stanno generando nuove opportunità. Soddisfare i bisogni del presente senza compromettere quelli futuri, grazie a scelte coraggiose e lungimiranti, non è solo uno dei compiti più impegnativi delle classi dirigenti internazionali, ma anche il requisito fondamentale per rendere i cittadini consapevoli della fragilità dell’ambiente in cui vivono e della necessità di tutelarlo. Perché ciò avvenga è però necessario incrementare, consolidandole attivamente, nuove competenze e disposizioni, investendo con esse trasversalmente il tessuto sociale e dando avvio a un radicale mutamento culturale, ancor prima che economico-industriale.
Il concetto di Green economy esprime efficacemente questo macrocambiamento dalle innumerevoli implicazioni. Se il suo obiettivo è quello di migliorare il benessere umano e l’equità sociale, riducendo significativamente i rischi ambientali, allora ciò significa che il profitto della singola azienda non può più dirsi indipendente dalle conseguenze che esso comporta sull’Uomo e sulla Natura: ogni scorrettezza incide negativamente sulla reputazione dell’impresa stessa, inficiandone severamente il successo. Anche i settori lavorativi più tradizionali si stanno convertendo in chiave sostenibile. La ridefinizione di set di abilità e metodi organizzativi in ampi e trasversali campi professionali è un inderogabile indice della capacità degli stessi di adeguarsi alla transizione ormai in corso. Edilizia, turismo, grande distribuzione, settore chimico, energetico e agroalimentare sono solo alcuni fra gli ambiti coinvolti. Fra gli esempi concreti citati, va senz’altro ricordato quello degli “alberghi diffusi”, per la loro capacità di racchiudere molti aspetti fondamentali della svolta ecologica in corso: gestire un patrimonio edilizio esistente in una prospettiva di riuso; valorizzare in chiave turistica i caratteri di notevole pregio paesaggistico del nostro territorio; far tornare a vivere i piccoli borghi in modo autentico, incentivando la cooperazione partecipata e creando così un circolo virtuoso che li riqualifichi a livello ambientale ed economico, ricreando al tempo stesso una struttura sociale spesso deteriorata.
Condividere la conoscenza e al tempo stesso favorire la sua co-produzione sono infatti due atteggiamenti positivi indispensabili per sperimentare percorsi di educazione sostenibile e alfabetizzazione ecologica.
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mercoledì 9 Ottobre 2024