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Last Minute Market: meccanismi di difesa contro gli sprechi

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Guardiamoci attorno: quanti oggetti inutilizzati abbiamo in giro per casa? Quante volte abbiamo buttato via medicinali intatti ormai scaduti? Se poi ci spostiamo a tavola, pensiamo ai chili di cibo che quotidianamente finiscono nella spazzatura. In una parola, spreco. Prima di spendere energie e denaro per produrre nuovi prodotti o gettare quelli ancora buoni, esiste un’altra soluzione da applicare a monte, a partire cioè dalle grandi aziende che accatastano nei magazzini quantità di merci ancora utilizzabili.

La proposta viene da Last Minute Market (LMM), spin-off dell’Università di Bologna dal 1998. (Uno spin-off è una società a tutti gli effetti, dove cooperano un ricercatore e l’Ateneo stesso come soci, ma in modo autonomo e non concorrenziale, lo scopo è anzi espandere le conoscenze di una ricerca per il bene comune). In questo caso l’intento è recuperare merci «invendute − o non commercializzabili − a favore di enti caritativi», sempre «tenendo sotto controllo gli aspetti nutrizionali, igienico-sanitari, logistici e fiscali», collaborando con gli assessorati locali, le prefetture e la ASL. LMM fa da tramite tra donatori e beneficiari. Per essere più chiari basta guardare alcuni degli obiettivi raggiunti:
• da un ospedale bolognese si recuperano giornalmente c.a. 30 pasti pronti, pari a 35.000€ l’anno;
• in alcune città si è ottenuto uno sconto sulla Tariffa di Igiene Ambientale (TIA) grazie allo smaltimento di farmaci;
• da un solo mercato ortofrutticolo sono state raccolte 60 tonnellate di frutta e verdura fresche;
• farmacie e mense scolastiche donano rispettivamente parafarmaci con un valore annuale di 11.300€ e cibo per un totale di circa 15.000 pasti;
• dal 2004 più di 80.000 libri destinati al macero sono stati adottati da varie istituzioni.

Tra le aziende che lavorano con LMM nelle province coinvolte ci sono, ad esempio: Carrefour, Coop Adriatico, Il Gigante, Cir Food, Veronamercato, Ato Forlì-Cesena, Simply SMA e tante altre. La lista di partecipanti è aperta sia alla grande distribuzione che vuole regalare prodotti in surplus ad enti benefici che ne hanno bisogno, sia alle istituzioni, compilando i rispettivi form*. Il sito poi spiega i vantaggi per le categorie interessate, come: «riduzione dei costi di smaltimento rifiuti; miglioramento dell’assistenza alle fasce più deboli della popolazione; diminuzione progressiva delle eccedenze»; investimento del denaro risparmiato in nuovi settori.
I ricercatori di LMM sostengono che «bisogna cercare la sostenibilità dei processi, oltre che dei prodotti»: se questo progetto venisse applicato sistematicamente, quasi come una legge, cambierebbe visibilmente tutto il meccanismo di recupero degli sprechi e la buona azione diventerebbe abitudine.
Per migliorare il Pianeta, oltre a dividere i cestini ecologici in casa, serve anche qualcuno che pensi in grande e che mostri le sue idee a tutti gli altri. Sta poi a noi decidere se metterle in pratica e cambiare il mondo, o continuare a lamentarci.

* Per le imprese: http://www.lastminutemarket.it/imprese/introduzione/contatti
Per il terzo settore: http://www.lastminutemarket.it/terzo_settore/contatti
Per le istituzioni: http://www.lastminutemarket.it/istituzioni/introduzione/contatti

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