La leggenda della Befana

La Befana vien di notte
Con le scarpe tutte rotte
s’è scucita la sottana
viva viva la Befana

Chi non conosce questa famosa filastrocca? Se alcune parole non vi suonano bene, nessuna preoccupazione, a quanto pare ne esistono ben dodici versioni.

Ma da dove arriva la figura di questa strega del Natale, appartenente alla tradizione italiana? Contrariamente a Babbo Natale, la Befana non ha mai goduto della stessa fama e non ha mai varcato i confini dell’Italia, rimanendo una figura sconosciuta, anche nella produzione cinematografica che invece ha come protagonista in moltissimi film Babbo Natale, il simbolo di tutte le festività.

Nel 2018, con l’attrice protagonista Paola Cortellesi e sotto la direzione di Michele Soavi, viene prodotta la commedia “La Befana vien di notte”, proprio per portare sul grande schermo questa figura tradizionale così poco valorizzata.

Da dove viene? Nell’immaginario collettivo la Befana porta i dolci a tutti i bambini buoni o il carbone a chi è stato monello, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio. Cavalca una scopa, è rappresentata con un naso adunco, un grosso neo sulla sua punta e la gobba: non ha mai un aspetto gradevole e allegro, anzi. Sembra piuttosto burbera e poco amichevole. Lascia i suoi dolci o il carbone in calze vecchie appositamente appese per essere riempite. La Befana è la moglie di Babbo Natale? Secondo Focus, le radici del mito sono da cercare nella tradizione cristiana e nel viaggio che i Re Magi fecero per raggiungere la capanna dove era nato Gesù.

Sulla strada per Betlemme i tre re smarrirono la via e chiesero indicazioni a una vecchietta che si rifiutò di aiutarli. I Re Magi arrivarono comunque e portarono a Gesù bambino oro, incenso e mirra, come dono di nascita. La vecchia, compreso chi fossero i forestieri che le avevano chiesto indicazioni e quale fosse la destinazione del loro viaggio, si pentì di non averli aiutati e decise di viaggiare nella notte dell’Epifania per portare i doni ai bambini del mondo, così come avevano fatto i Magi. Il termine stesso di Epifania, che deriva dal termine greco Epiphaneita e indica una manifestazione, riprende l’episodio: come Gesù si era manifestato ai Magi, così la Befana si manifestava ai bambini in attesa di ricevere doni, nella speranza che uno di quei bimbi fosse proprio Gesù bambino.

Esiste anche un’interpretazione legata alla tradizione pagana che spiegherebbe l’origine della Befana e del mito della “donna volante” sul manico da scopa.

Bisogna risalire agli antichi riti propiziatori pagani che celebravano il solstizio d’inverno. In molte culture europee, il solstizio d’inverno rappresentava un momento cruciale, poiché segnava il ritorno della luce dopo i giorni più bui dell’anno. In Italia, la Befana potrebbe essere stata associata a questi riti.
Durante le celebrazioni per la rinascita della natura si credeva che misteriose figure femminili volassero sui campi per propiziare i futuri raccolti.

Il poco fascino della Befana si dovrebbe al fatto che rappresenterebbe l’anno vecchio, appena passato.

Secondo altre ricostruzioni, la festa della Befana sarebbe da collegare a un’altra antica festa romana in onore di Giano e Strenia, durante la quale ci si scambiava vari doni.
Quale che sia l’origine antica della Befana, dal IV secolo d.C. la sua figura venne ripulita da tutte le credenze pagane e con il tempo diventò quella che tutti noi oggi conosciamo.

Approfondimenti
Lascia un commento

I commenti sono moderati. Vi chiediamo cortesemente di non postare link pubblicitari e di non fare alcun tipo di spam.

Invia commento

Twitter:

sabato 27 Luglio 2024