Bologna non è una cartolina
Qualche giorno fa camminavo per le strade di Bologna. Non era ancora del tutto buio, era sera, pioveva. I portici mi facevano da ombrello, forse più da scudo. Passavo di fronte a una tabaccheria, quando mi sono bloccata. Le stesse foto, gli stessi souvenir, gli stessi colori sovraesposti.
Ma veramente vedete Bologna così?
Bologna non è una cartolina. Bologna non è un duomo mai terminato, due torri, un santuario Patrimonio dell’Unesco o un pugno di tortellini. In passato si sono sprecate le etichette, poi diventate cliché, per Bologna: “la dotta, la grassa, la rossa”, solo per citare le più note. Quanta semplificazione. Bologna è una citta complessa e questa complessità va raccontata: la storia di Bologna dalla Bologna mai raccontata. Tanto si sa, la gente mica si orienta con le mappe, si orienta con le storie. E così ho deciso di raccontarla Bologna, vista dagli occhi di una persona che a Bologna ci vive e che non si rassegna a contemplarla mentre si trasforma nella sua cartolina.
Bologna è una rete di vissuti, anche lontani da noi, di luoghi che conosciamo o che viviamo attraverso le storie di qualcun altro.
Bologna è disagio, resistenza, fermento, precarietà.
Bologna mi ricorda ogni giorno che “va bene lo stesso”, che l’imperfezione c’è, che bisogna dare il giusto peso alle cose, che leggerezza non è superficialità e che anche se non tutto va per il meglio… va bene lo stesso.
Bologna ha un’identità fluida in grado di essere tante cose diverse e di tenere assieme tutto e il suo contrario.
Bologna è una citta per lo più studentesca, ma non è solo Università. Esiste una comunità di abitanti che vive lo spazio urbano in modo non convenzionale, che occupa le piazze, le strade, che scrive sui muri e che lo spazio non lo chiede, se lo prende.
Bologna è una bolla, un cerchio di Giotto.
Bologna non ha limiti. C’è di tutto, basta aver voglia di cercare.
Bologna dà, prende e pretende tanto. Occasioni, possibilità, emozioni.
Bologna è senza dimora, è di chi abita la città, ma non ha una casa dove abitare.
Bologna è una grande assemblea, un collettivo allargato. Tutte siamo compagne, le lotte di una diventano di tutte.
Bologna non ha orari. Quante volte all’avvicinarsi della mezzanotte succede di essere ancora lì, in assemblea, ad ascoltare persone parlare e rendersi conto di essere (solo) al secondo punto dei 10 segnati sull’ordine del giorno.
Bologna è una città che cambia continuamente, dai confini effimeri e labili. C’è chi viene e c’è chi va. Poche persone si fermano. Da Bologna prima o poi se ne vanno tutt*. È una di quelle cose a cui preferisco non pensare.
Bologna mi piace perché non è rancorosa. Ti accoglie e basta anche quando sbagli, cadi, cambi rotta per giorni, mesi e perfino anni.
Bologna non chiede spiegazioni, riappari magicamente ai suoi piedi ed è pronta a ospitarti, senza emettere alcun suono. Perché a Bologna si torna, in un modo o nell’altro. Basta una volta. Una volta sola. Poi la puoi lasciare andare, di nuovo. Ma per una volta, ancora, ti farà sentire al sicuro.
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mercoledì 9 Ottobre 2024