Bacchette usa e getta: un’abitudine globale “costosa” per l’ambiente
“Pizza, cinese o giapponese?”: molto probabilmente, almeno una volta nella vita tutti ci siamo posti questa domanda insieme ad amici o familiari. E se abbiamo optato per le due possibilità orientali, a casa con l’asporto o al ristorante, abbiamo intinto ravioli al vapore, involtini e sushi nella salsa di soia con le bacchette (in inglese, chopsticks). Che c’è di male, oramai le utilizziamo tutti con grande disinvoltura, e poi sono di bambù e possiamo anche buttarle nell’organico…
Orrore, orrore!
Ciò che a noi sembrano innocui bastoncini di legno, in realtà costituiscono una vera e propria, ennesima, minaccia per l’ambiente di cui forse ancora non tutti sono consapevoli. Ogni anno, solo in Cina vengono prodotte circa 80 miliardi di paia di bacchette, di cui 30 per l’esportazione, provocando l’abbattimento di 20 milioni di alberi. Questi numeri sono da capogiro, se si considera che riguardano uno soltanto dei Paesi – tra cui Malesia, Indonesia, Stati Uniti e Canada – in cui si producono.
Oggi le bacchette sono fatte di legno, principalmente di bambù, betulla, pioppo, abete e cotone. Alcune di queste specie di alberi appartengono a foreste a crescita rapida, ma la maggior di essi provengono invece da boschi maturi. L’abbattimento di questo elevatissimo numero di alberi comporta, ovviamente, un pericoloso contributo alla deforestazione e alla perdita di biodiversità. Inoltre, l’esportazione su scala globale implica inevitabilmente consumi di energia e carburanti per il trasporto, contribuendo all’emissione di gas serra.
Le bacchette purtroppo non sono una minaccia solo dal punto di vista della deforestazione e dell’inquinamento atmosferico. Essendo trattate con sostanze chimiche come paraffina, perossido di idrogeno e zolfo a fini estetici e conservativi, purtroppo non sono biodegradabili, come saremmo portati invece a pensare.
Il danno che la produzione di bacchette produce sull’ambiente è ben nota ai Governi orientali e non solo e ha spinto alcuni studiosi a valutare l’impatto delle bacchette riutilizzabili, anche in plastica. A riguardo, gli esperti sembrerebbero concordare che, sebbene la loro produzione richieda emissioni significativamente maggiori di gas serra, la loro capacità di durare e di essere riutilizzate più volte le renda una soluzione più vantaggiosa rispetto alle varianti usa e getta.
Se siamo soliti ordinare spesso cibo orientale da asporto, quindi, la scelta migliore sembrerebbe quella di munirci di bacchette in plastica o in metallo da tenere a casa insieme alle altre posate, rifiutando quelle forniteci dal take away. E al ristorante? Se quelle accanto al nostro piatto sono riutilizzabili, nessun problema, altrimenti meglio lasciare intonso il pacchettino di carta che solitamente avvolge le bacchette usa e getta e usare i classici forchetta e coltello. Un’alternative certo meno usuale, e che forse può dare ad alcuni l’impressione di “esagerare” – ma l’attenzione per l’ambiente non è mai troppa – è quella invece di scegliere un nostro paio di personali bacchette riutilizzabili da portare con noi da casa quando andiamo al ristorante.
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mercoledì 9 Ottobre 2024