Viaggiare da soli II
La minima aspettativa delusa sulla meta che raggiungi può mettere in discussione la tua serenità. Divisa nel dubbio se restare o ripartire abbandoni le fatiche del viaggio in un letto che non è “tuo”. L’unica verità è che non devi far altro che aspettare. Devi restare per vivere quella sensazione d’abbandono ed entrare nella tua piccola o grande sofferenza, per uscirne liberata e vuota, pronta per essere riempita dal prossimo luogo che incontrerai.
La paura di guardarci ci fa scappare lontano da noi stessi, fa cercare rifugio negli altri considerandoli l’unica fonte di felicità – e di conseguenza anche di disprezzo per via di fittizie aspettative deluse –. Il motivo di tanta solitudine è l’assenza di amore verso se stessi. Nessuno apprezza stare con chi non gli piace e se non ti piaci inevitabilmente scegli di non stare in tua compagnia, allontanandoti così da quello che sei. Ascoltarsi invece significa nutrirsi del paesaggio fiorito che rappresenta quello che siamo veramente. Restare in silenzio, perché solo nell’assenza di rumore si può percepire la propria bellezza – che ognuno conserva in uguale dimensione ed intensità –. Accettarci, entrare in noi stessi per uscirne ogni volta diversi e migliori.
La felicità è uno stato che può essere alterato dalle insicurezze che, contrariamente a quanto insegnatoci, sono il sano ossigeno della vita.
L’unico essere che può renderti veramente felice sei tu e solo dopo aver compreso questa immensità inizi a nutrirti e godere degli altri. Li conosci, condividi giornate e pensieri, poi li saluti con la stessa felicità con la quale li hai incontrati, senza il timore di ritrovarti da sola perché consapevole che lungo il tuo cammino di vita farai del bene a te, alle persone e al mondo intero.
Come nella vita anche in viaggio la strada mostra due opposti: su un lato un grave incidente, sull’altro un campo infinito di girasoli.
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domenica 8 Dicembre 2024