Teddy Bear
Tra un impegno politico e l’altro, Theodore Roosevelt contribuì alla nascita di Teddy Bear, l’orsacchiotto annoverato dalla psicologia quale oggetto transizionale per eccellenza. Soffice, bruno e pregno dell’odore materno, è il miglior amico dei neonati quando scende la notte.
Recatosi nel 1902 nel Profondo Sud per risolvere alcune controversie inerenti il riconoscimento dei confini geografici fra Louisiana e Mississippi, il Presidente americano partecipò a una battuta di caccia pilotata in cui un cucciolo d’orso, prescelto per divenire il trofeo di Roosevelt, venne catturato e posizionato lungo la riva del fiume Mississippi pronto per l’abbattimento, atto che Theodore, soprannominato anche “Teddy”, si rifiutò di compiere.
Un gesto immortalato dal vignettista Clifford Berryman che, nell’illustrazione pubblicata sul Washington Post, riprodusse Roosevelt armato di fucile e dall’espressione indignata; alle sue spalle il cucciolo d’orso con un cappio al collo trattenuto da un compagno di caccia e la scritta «drawing the line in Mississippi».
Un certo Morris Michtom, negoziante di giocattoli di Brooklyn, captò profumo di successo esponendo in vetrina la vignetta firmata Berryman e Teddy, un rudimentale peluche dagli occhi a bottone che riproduceva l’animale graziato da Roosevelt.
Il plantigrado divenne miele per i clienti di Michtom e una manciata di anni più tardi, il giocattolo più prodotto dalle fabbriche americane.
Fonte: Charles Panati, Invenzioni & Inventori, Armenia Editore, Milano 1987.
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giovedì 19 Settembre 2024