“Costituzione e ricostruzione”. È andata in scena ieri pomeriggio, presso il centro polifunzionale di Pieve Tesino, la diciassettesima edizione della Lectio degasperiana, che ha visto come ospite Marta Cartabia, Presidente della Corte costituzionale. La professoressa Cartabia, accompagnata dal marito, ha fatto il suo arrivo nel pomeriggio al paese natale di Alcide De Gasperi e, accolta dal Presidente della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, Giuseppe Tognon, e dalla sindaca Carola Gioseffi, si è recata in visita al Museo Casa De Gasperi, realizzato nell’edificio che diede i natali allo Statista, per poi fare il suo ingresso, puntuale, alle ore 17, nella palestra del centro polifunzionale dove, dopo l’introduzione musicale del coro Valsella di Borgo Valsugana e gli interventi di Tognon e Gioseffi, è stata protagonista di una lectio magistralis di straordinaria levatura, che ha visto la presenza di 200 persone, il numero massimo consentito dal contingentamento dovuto all’emergenza sanitaria.
L’intervento, incentrato sulla figura di Alcide De Gasperi e sul suo ruolo fondamentale nella ricostruzione post bellica, ha mosso i passi proprio dal termine “ricostruzione”, «parola che risuona da mesi nella riflessione pubblica», e dall’idea che «oggi, come allora, – superate le fasi più acute dell’emergenza innescata dalla pandemia – siamo alle prese con una ricostruzione, avviata quando si è iniziato a pensare al “dopo”». Non sono mancati ulteriori riferimenti alla contemporaneità, come il rimando alla cerimonia d’inaugurazione del nuovo ponte di Genova e alle relative parole dell’architetto e senatore Renzo Piano che ha osservato come «la ricostruzione è sempre figlia di una tragedia, di una frattura che non si cancella e non si dimentica» e che «per ricostruire occorrono un’idea e un cantiere. Un’idea, per dare forma a ciò che non l’ha più. Un cantiere, per realizzare quell’idea attraverso il lavoro, l’opera instancabile e tenace di una comunità». Concetto riconducibile al ruolo preminente, come uomo di pensiero e azione, che Alcide De Gasperi svolse in un periodo colmo di «tragedie, fratture, macerie e ferite» e in cui il metodo della sua azione politica fu contraddistinto da un «realismo lungimirante», frutto della «sua caratteristica di uomo di confine, sempre chiamato a camminare su un crinale, a muovere i suoi passi in ambienti impervi, insidiosi e severi».
Collegandosi direttamente al tema della lezione, la giurista sottolinea poi come «le costituzioni nascono dalla storia e vivono nella storia. Il momento della scrittura di una costituzione è un momento epico nella vita di un popolo; eppure, solo con la scrittura, la Costituzione non può garantire se stessa. Occorrono soggetti sociali, politici e istituzionali che siano in grado di conferire alle scelte costituzionali solide fondamenta e radici robuste, capaci di reggere all’urto delle intemperie» ed è innestandosi su questa riflessione che viene proposto il pensiero di Bruce Ackerman, eminente costituzionalista dell’università di Yale che, nella sua ultima opera, indaga sulla legittimazione delle costituzioni contemporanee, riservando ampio spazio alla Costituzione italiana – annoverata tra le esperienze di successo accanto a Francia, India, Iran, Israele e Sudafrica – «non esita a definire De Gasperi come vero e proprio leader carismatico della svolta costituzionale italiana dopo la fine della Seconda guerra mondiale», «paragonandolo a Jawaharal Neru nella conquista dell’indipendenza in India e ancor più a Nelson Mandela nella rinascita del Sudafrica dopo la fine».
In conclusione c’è stato spazio per l’emozionante riferimento ad una lettera, del 7 luglio 1928, scritta da Alcide De Gasperi dal carcere mentre la sua famiglia si trovava in montagna per il periodo estivo, in cui si cita un passo dell’Inferno dantesco in cui il protagonista, guidato da Virgilio, si accinge a scalare una parete erta e rocciosa: «Questo splendido passo che egli regala alla moglie in uno dei momenti più bui della sua esistenza racchiude tutta la sua personalità e il segreto del suo “carisma”: un uomo con i piedi saldamente ancorati a terra e con lo sguardo rivolto in alto e lontano».
venerdì 13 Settembre 2024
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