“Ti è piaciuto il film?” “Sì, ma il libro è più bello.” Quante volte ci è capitato di sentire questo scambio di battute? Nel 90% dei casi un’opera cinematografica sembra non poter eguagliare il romanzo da cui è stata tratta. Ma attenzione. Fare paragoni di questo genere è davvero legittimo? Il più delle volte no: cinema e letteratura sono due mezzi espressivi diversi che comunicano con un linguaggio diverso e non dovrebbero mai essere messi su uno stesso piano. In ogni caso, fin dalle sue origini, il cinema ha trovato molta ispirazione anche dalla letteratura e ne ha recuperato trame e personaggi per costruire film. E talvolta si tratta di pellicole davvero eccellenti.
Dal romanzo autobiografico di Erich Maria Remarque Niente di nuovo sul fronte occidentale (1929) sono stati tratte due pellicole che, per chi non le avesse mai viste, varrebbe davvero la pena di vedere. La prima è All’ovest niente di nuovo (1930), diretta da Lewis Milestone e vincitrice di due premi Oscar, per miglior regia e miglior attore protagonista. La seconda, Niente di nuovo sul fronte occidentale (1979), diretta da Delbert Mann, è stata prodotta per la televisione ed è un ottimo remake della prima, forse addirittura più toccante.
Si può ben parlare di opere degne del loro antecedente letterario, considerate capolavori del cinema di guerra. La storia narrata ci dà un crudo spaccato della Prima Guerra Mondiale, vista dagli occhi di un giovane soldato tedesco, destinato a smarrire quegli ideali patriottici che la propaganda bellica della Germania inculcava alla sua generazione e a scoprire, invece, i reali orrori del fronte. Le scene di entrambi i film traducono con grande maestria in immagini il messaggio antibellico che Remarque aveva affidato alla parola scritta: un inno ai sentimenti più naturali, un canto funebre alla perdita di umanità nelle persone travolte dalla guerra e costrette ad uccidere i propri simili per sopravvivere. Una riflessione e un monito valido per ogni epoca.
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domenica 8 Dicembre 2024