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Un sogno chiamato EuroBasket

Due tiri liberi. Appena due tiri liberi. Tanto è mancato all’Italbasket per ottenere una storica e insperata semifinale di Europeo. Due tiri liberi sbagliati a una manciata di secondi dalla fine. Due tiri liberi che avrebbero consegnato sicuramente la vittoria agli Azzurri. Ma i sogni e le speranze italiane si sono infrante contro il muro francese e contro il ferro e il tabellone del canestro. Simone Fontecchio, la stella azzurra di questo Europeo, ha avuto tra le mani il pass per la semifinale, ma ha sbagliato entrambi i tiri liberi, consentendo a una Francia ringalluzzita di agguantare il supplementare durante il quale si è dimostrata più convinta e cinica.

Poco male. L’impresa rimane comunque quella della Nazionale Italiana, Davide contro i tanti Golia della pallacanestro europea. Sembrava che l’Italbasket non dovesse nemmeno superare la fase a gironi, specie dopo la disastrosa sconfitta contro l’Ucraina che aveva seriamente compromesso il cammino azzurro. Ma è stata proprio la sconfitta a far scattare qualcosa, a far maturare le convinzioni e le capacità dei singoli giocatori e a permettere loro di superare quasi ogni limite. La Nazionale azzurra ha fatto quadrato, si è stretta al proprio allenatore, ha affrontato quasi con ferocia la temibile sfida da “dentro o fuori” contro la Croazia, strappando gli ottavi di finale contro la Serbia.

La Serbia. Una delle Nazionali che ha cominciato l’EuroBasket con il favore dei pronostici. La stella dell’NBA Nikola Jokić avrebbe dovuto trascinare i suoi alle fasi finali del torneo e, chissà, magari anche alla vittoria. Ma ha trovato l’Italia sul proprio cammino, un ostacolo ostico messo di traverso alle ambizioni di gloria e di vendetta serbe. Già, perché la Serbia giocava con doppia motivazione, alimentata anche dal desiderio di vendicare la sconfitta al torneo preolimpico di un anno fa che di fatto l’aveva esclusa dalle Olimpiadi. Niente da fare nemmeno questa volta. I colpi di Fontecchio, Spissu e Polonara, la difesa di Melli e di Pajola hanno regalato all’Italbasket un’altra impresa, i quarti di finale contro la Francia.

È andata com’è andata. La Francia è ancora un gradino sopra rispetto all’Italia, non tanto come talento dei singoli quanto come convinzione e cinismo nei momenti topici della partita. Merito, certamente, dell’abitudine: vincere aiuta a vincere, giocare partite decisive aiuta a giocare partite decisive. Non è la fine per gli Azzurri, ma l’inizio di un cammino che sarà glorioso. Il cuore della squadra è giovane, giovanissimo (Fontecchio ha 26 anni, Pajola 22, Mannion 21) e ci regalerà tantissime soddisfazioni in futuro. Non ci resta che ringraziarli uno per uno: il coach Gianmarco Pozzecco e tutti i giocatori che hanno contribuito in misura maggiore o minore a regalare ai tifosi un sogno bellissimo. Avremmo voluto non svegliarci più. Appuntamento alle Olimpiadi del 2024 che, per un assurdo scherzo del destino, si giocheranno proprio in Francia.

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