Serie A: il focus della 9^ giornata
Davide e Golia. A volte ricapita. E se capita su un rettangolo verde, su un campo di provincia, in Serie A, fa ancora più rumore. Sia chiaro, non è un evento eccezionale che una “piccola” riesca nell’impresa di sconfiggere una “grande”, lo è però se questa lo fa stravincendo, “sbriciolando” l’avversaria, con 4 gol dello stesso giocatore.
Questo è quello che è successo sul terreno del Bentegodi di Verona, sul quale la Lazio di Maurizio Sarri, in odor di rilancio europeo, è caduta rumorosamente sotto il colpi del Cholito, al secolo Giovanni Simeone, figlio di quel tale Cholo Diego che a Madrid sta costruendo le fortune dell’Atletico.
Nel nostro consueto approfondimento undertrenta, vi proponiamo il pagellone della sfida vinta per 4-1 dagli scaligeri.
VERONA:
Montipò 6: Croce e delizia: alterna insicurezze a parate strepitose, nel complesso quando è chiamato in causa si salva quasi sempre.
Casale 7,5: Perfetto sia in fase difensiva, dove alza muri, sia quando prova a spingersi in avanti per garantire superiorità ai suoi. Forse la sorpresa assoluta di questo Verona.
Gunter 7: Con ancora sullo stomaco l’autogol di Milano, riesce a recuperare fiducia e ad ergersi colonna della difesa mettendo in campo grinta e precisione al tempo stesso.
Dawidowicz 7: Di lì non si passa. Un totem in difesa che sa rendersi pericoloso anche in avanti, all’occorrenza.
Faraoni 7: Difende con precisione, spinge con continuità, regala un assist splendido per il definitivo 4-1. Cos’altro gli si può chiedere? Da Nazionale.
Ilic 7: Al Manchester forse lo stanno rimpiangendo: assieme a Veloso tiene le redini della squadra e sfiora addirittura più volte il gol. Il futuro, per il giovane talento serbo, è tutto da scrivere: a caratteri cubitali.
Veloso 7,5: Esperienza, corsa e palleggio: il capitano gialloblù è il perno a cui tutta la squadra ruota intorno. Quando può prova ad impensierire Reina dalla distanza.
Lazovic 8: Gli manca solo il gol: è una spina nel fianco costante per gli avversari e, quando ripiega, diventa prezioso a supporto della retroguardia.
Barak 6,5: Poco preciso sotto porta, è però imprescindibile per il giro palla avanzato del Verona: si vede poco ma è un punto di riferimento offensivo insostituibile.
Caprari 8: Partita di grande spessore per il trequartista: imbecca continuamente i suoi compagni di reparto con filtranti a non finir e, ogni volta che il pallone è tra i suoi piedi, gli avversari non lo vedono. Top Player.
Simeone 10: Il dieci è permesso? La lode pure? Decisamente. Quattro gol (che potevano essere anche di più) e una gara di totale sacrificio a supporto della squadra sono motivazioni più che valide.
LAZIO:
Reina 6:La sufficienza piena è meritata perchè i gol incassati potevano essere molto di più: il possibile lo para, per i miracoli non è ancora attrezzato.
Hysaj 5: Dalla sua parte gli avversari hanno vita facile: spinge poco e copre ancor meno: gara da dimenticare.
Radu 4,5: Lento, macchinoso e perennemente in ritardo: il Cholito ringrazia e timbra 4 volte.
Patric 4: Interpreta la gara come un grecista farebbe con il teorema di Pitagora: lento e compassato, paradossalmente è più efficace in avanti dove scalda i guantoni di Montipò con un incornata potenzialmente pericolosa.
Marusic 5: Di fronte si trova un diavolo come Faraoni e lui praticamente scompare: prova a limitare i danni ma non gli riesce quasi mai, tanto è grande la differenza di passo rispetto all’avversario.
Milinkovic-Savic 6: L’unica nota lieta della sinfonia laziale: sfiora il gol ed è l’ultimo ad arrendersi.
Lucas Leiva 4: Alcuni cacciatori di fantasmi lo stanno cercando ancora tra i ciuffi d’erba del Bentegodi: la sua assenza ingiustificata crea una voragine nel cuore della squadra che apre praterie agli avversari.
Akpa Akpro 4: Anche lui non pervenuto: manca di corsa, grinta e precisione, giornata da dimenticare.
Anderson 4,5: Fluttua in mediana senza incidere in entrambe le fasi: da lui tutti si aspetterebbero quel qualcosa in più che non arriva mai.
Immobile 6: Segna con la complicità del portiere avversario. Per il resto è un continuo girare a vuoto alla ricerca di un possibile calcio di rigore che, giustamente, non gli viene mai fischiato.
Pedro 4: Se ci fosse un premio per i palloni persi, lo vincerebbe lui. La brutta, bruttissima copia del giocatore che tutti si aspetterebbero di ammirare.
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martedì 12 Novembre 2024