Serie A: il focus della 15^ giornata
Non multa, sed multum direbbero i latini. Far vincere le emozioni, nel calcio contemporaneo, è impresa assai rara. Impacchettate in grovigli di tatticismi, pressioni e speculazioni le giornate di campionato scorrono assuefatte dal piattume e condite da pacchetti media stereotipati e impersonali. Talvolta però capita che qualche match esca dal limbo e si lanci all’avventura, alla scoperta del calcio come dovrebbe essere.
È quello che è successo nel posticipo della 15^ giornata di Serie A tra Lazio e Udinese: partita pirotecnica che ha allietato i palati dei calciofili più nostalgici, quelli con ancora negli occhi le parate di Garella, le magie di Zico, le pellicce di Zigoni.
A dare il La alle danze, all’Olimpico, ci pensano i friulani che schiacciano da subito il piede sull’acceleratore: dominatori assoluti del gioco, nella prima mezzora si portano in vantaggio di due reti grazie a due prodezze – di testa e in contropiede – del brasiliano Beto. Dopo aver incassato i due colpi, la reazione degli azzurri di Sarri non si lascia attendere: è Felipe Anderson a servire su un piatto d’argento la palla dell’1-2 a Ciro Immobile che trafigge con freddezza Silvestri. A gara riaperta, si scambiano i ruoli: la Lazio si riversa nell’area avversaria alla ricerca del pari, senza però riuscire a coglierlo. Peccare di concretezza, in gare così, può risultare fatale. Detto fatto: in chiusura di primo tempo Deulofeo si invola in contropiede e serve alla perfezione Molina che ringrazia e segna il terzo gol friulano. Olimpico incredulo e squadre negli spogliatoi.
La ripresa riprende sulle stesse frequenze su cui ci eravamo lasciati: Lazio schiumante alla ricerca del gol che possa riaprire la partita e Udinese chiusa e pronta a ripartire. Passano sei minuti ed è Pedrò a suonare la carica, incrociando sul secondo palo il 2-3. Roma chiama, sergente risponde: passano altri 5 minuti e la remuntada la completa Sergej Milinkovic-Savic con un tiro/capolavoro a giro che s’infila sotto all’incrocio dei pali, con Silvestri spettatore non pagante.
Le premesse per ribaltarla ci sono tutte, non fosse per l’ingenuità di Patric che si fa espellere per un’ingenua trattenuta su Succes, laciando la formazione di casa in inferiorità numerica. L’aria che tira però è quella e, qualche minuto più tardi, anche Molina si fa cacciare per un entrataccia in ritardo su Radu.
Se emozioni devono essere, lo siano fino in fondo. Minuto 79: Acerbi anticipa tutti su un traversone da palla inattiva e fulmina di testa il portiere ospite e l’arbitro prima annulla per fuorigioco e poi – con l’autorizzazione del VAR – convalida. Tripudio azzurro, con il fiato sospeso.
Passano i minuti e l’Udinese, alla disperata ricerca del pari, offre il fianco ad Immobile che sigla il 5-3: stop, rete annullata per offside e urlo dell’olimpico strozzato.
L’incredibile però avviene all’ultimo sospiro del match: calcio di punizione, contestatissimo, al 99′ per gli ospiti con Arslan che cala il Pokerissimo. Esultanza finale al vetriolo e rissa quasi sfiorata prima del triplice fischio finale che, almeno in apparenza, riporta la calma sul rettangolo verde. I fischi sono tutti per la Lazio, più di delusione che di contestazione.
Dicevamo? Non multa, sed multum.
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sabato 5 Ottobre 2024