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Milan-Inter. La vita è un Ballo-Touré fuori tempo

Solo due cose al mondo possono unire interisti e milanisti: l’antipatia per la Juventus e l’ansia per il derby. Ogni volta che lo scontro a San Siro si avvicina, tra nerazzurri e rossoneri si percepisce quella pacata e per nulla livorosa atmosfera omicida dove basta un mormorato “Ibra” per far scattare una rissa.

Così è stato anche lo scorso 7 novembre, il fatidico giorno di Milan-Inter. Seguono alcune considerazioni, naturalmente da un punto di vista nerazzurro, giacché l’Inter è martirio e sofferenza quindi ogni tanto la parola ci spetta, se non altro per compassione.

PRIMO TEMPO

Calha. Eccoci qua. Sono passati a malapena 10 minuti e già c’è un calcio di rigore, stranamente a favore dell’Inter. Un incrocio di gambe tra Kessié e nonpotevacheesserelui Calhanoglu. Del resto chi, se non la presenza più scomoda (diciamo per entrambe le tifoserie) di questo derby? Lautaro sta già andando verso il pallone, ma il turco lo ferma. Bisbigliano, poi trovano l’accordo. Al dischetto ci va Calha. E segna pure. Pazzesco. Ma mica si ferma qui, no no: il numero 20 va anche a esultare sotto la Sud con cistifellica tracotanza, tanto per farsi amare un po’ di più dagli ex tifosi. Quando si dice “il più simpatico calha rogna”.

Tomori (anche meno). Ma quanti minuti sono passati? 5? E perché “punizione” al derby di San Siro è sempre sinonimo di “aiuto, non voglio guardare”? Infatti eccolo, il pareggio rossonero. Tomori esulta e scalpita come un canguro nelle ortiche, ma la faccia nichilista di de Vrij sa bene che quasi ogni dolore interista è autoinflitto. A noi piace così, c’è poco da fare.

Ballo-Chi? Ormai ogni cinque minuti ne capita una. Questa volta il merito va a tal Ballo-Touré (?) che – con un errore su Darmian che neanche io a dieci anni nel campetto accanto a casa avrei fatto – si erge con prepotenza a eroe indiscusso di questo derby. Pare che Messi abbia pensato di ritirarsi dinanzi a cotanto talento. Vi è commozione.

Lautaro (ciò che conta è la salute). El Toro tira un rigore angolato, chirurgico, perfetto. Solo che altrettanto perfetta è la parata di Tătărușanu. L’interismo si conferma dunque strazio e dolore. Preghiamo.

Doppio fischio. Finora, niente da dire: un primo tempo incredibilmente godibile (perché al cardiopalma) e di alto livello da ambo le parti. Oso financo spezzare una lancia a favore della Sud: meritorio l’omaggio al personale medico mostrato sugli spalti. Coreografia azzeccata.

SECONDO TEMPO

Si ricomincia con l’inspiegabile sostituzione di Ballo-Touré. Pioli rivelerà poi che lasciare in campo un simile concentrato di pura leggenda sarebbe stato poco equo nei confronti degli avversari. Giustissimo.

Salernitana. Ovvero la squadra contro cui sembra giocare l’Inter per quasi tutto il secondo tempo. Il dominio è chiaramente nerazzurro mentre, dall’altra parte, l’assenza di Ballo-Touré si fa sentire.

Ibrahimović. AAA cercasi. Ma è in campo?

Occasione Milan! Più o meno ciò che in cronaca continuano a ripetere dall’ottantesimo in poi, cioè da quando il Milan si è ricordato di dover giocare a calcio.

Inzaghi. No niente, Inzaghi niente. Per lui spiaze e basta, perché questi punti in classifica non riesce proprio a portarseli a casa. La panchina dell’Inter è ancora una volta calvario e disperazione. Preghiamo.

Due doverose osservazioni finali. La prima: ottimo l’arbitraggio di Doveri, che ha contribuito a rendere intensa la partita. La seconda: complimenti al Milan per l’ormai assodata vittoria dello scudetto. Ballo-Touré facci sognare.

Sport
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sabato 27 Maggio 2023