La regular season è finita, lunga vita alla regular season
No, la regular season della NBA non sarà mai divertente e combattuta come le partite dei playoff. Ma è un dato di fatto che quest’anno, soprattutto a Ovest, le squadre ci hanno messo parecchio impegno per rendere la stagione regolare un po’ più intrigante del solito, con parecchie posizioni ancora in bilico alla vigilia dell’ultima giornata. Ora arrivano i playoff, e quindi è il momento di alcune considerazioni generiche sulle squadre che potrebbero partecipare a questa fase del campionato.
Innanzitutto, perché il condizionale? Il condizionale è d’obbligo, dal momento che le squadre non sono ancora sedici, ma venti. Le squadre che si sono classificate tra il settimo e il decimo posto di entrambe le Conference parteciperanno infatti a un torneo preliminare – il play-in – che eliminerà in maniera definitiva due delle quattro squadre di Est che vi parteciperanno e due delle quattro di Ovest. Al termine di questa settimana avremo raggiunto il fatidico numero di sedici: otto per la Western Conference e otto per la Eastern Conference.
Chi sono le squadre che partecipano ai play-in? A Ovest ci sono nomi grossi, perché riguardano Los Angeles Lakers e Golden State Warriors, due delle franchigie più vincenti e rinomate della storia NBA, anche grazie alle stelle (LeBron James e Steph Curry su tutte) che difendono quei colori. A Est la situazione è più intricata perché, al di là della favorita (i Philadelphia 76ers), le altre tre squadre – Hawks, Heat e Bulls – sono più o meno sullo stesso livello. Ma non è questo il luogo per fare pronostici.
Delle squadre che sono accedute direttamente ai playoff, le sorprese maggiori vengono ancora una volta da Ovest. Al primo posto i giovanissimi Oklahoma City Thunder, in grado di soffiare la posizione ai Denver Nuggets campioni in carica. Abbastanza sorprendente anche la stagione di Minnesota, arrivata terza grazie al talento cristallino e agonista di Anthony Edwards. Sarà una bella rogna per tutti gli avversari.
A Est la stagione è stata meno competitiva. I Boston Celtics hanno passeggiato, guadagnando la prima posizione della Conference in scioltezza. Per capire il divario di competitività tra le due Conference, basti pensare che tra i Celtics primi e i New York Knicks secondi ci sono ben 14 vittorie di differenza (64 a 50). A Ovest, 14 vittorie di differenza non si trovano nemmeno tra i Thunder primi e gli Warriors decimi (ce ne sono undici, 57 a 46). Se quindi Boston non sorprende, lo fanno proprio i Knicks secondi e soprattutto gli Orlando Magic quinti (dopo che erano arrivati terzultimi e ultimi nelle passate due stagioni).
La posizione finale di classifica dice che sono terzi, ma per quanto si è visto in campo e per le potenzialità della squadra c’è qualcosa che non va. Stiamo parlando dei Milwaukee Bucks delle stelle Giannis Antetokounmpo e di Damian Lillard. I due all-star non hanno mai convinto né per quanto riguarda le prestazioni personali né per la loro chimica. Difficile riescano a trovare una quadratura del cerchio proprio in questo momento, ma mai scommettere contro la tempra di un campione.
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giovedì 19 Settembre 2024