Inzaghi vs Conte. Il contraccolpo interista

 

Esattamente un anno fa, l’Inter di Conte aveva staccato le squadre avversarie e volava agile verso la vittoria dello scudetto. Al contrario, l’Inter di Inzaghi arranca nel tentativo di superare il Milan di Pioli e di non farsi a sua volta superare dal Napoli di Spalletti, o dalla rediviva Juventus di Allegri. Quest’anno il campionato è particolarmente combattuto e i club si inseguono a vicenda punto su punto, partita dopo partita. Questo è il quadro della situazione, ma per quanto riguarda l’Inter bisogna fare due doverose considerazioni.

La prima, positiva. Sebbene la recente sconfitta col Bologna non aiuti a sostenere questa tesi, i nerazzurri meritano comunque di ricevere applausi di conforto. La scorsa stagione, l’obiettivo scudetto si raggiunse grazie a due colonne portanti: Lukaku, che falciava letteralmente la difesa avversaria e che era essenziale anche con le squadre medio-piccole (che sono poi quelle decisive per lo scudetto) e Conte, che oltre alla bravura nell’impostazione del gioco vantava anche un certo talento nel dare carica allo spogliatoio. L’Inter era una bella squadra, forte e coesa.

Perché gli applausi dunque? Proprio perché all’inizio di questa stagione la squadra era data per persa. Tutti, dai tifosi alla stampa, nutrivano poche speranze dopo i disastrosi addii estivi. Eppure i risultati sono arrivati lo stesso. Forse non all’altezza di quelli raggiunti da Conte, ma del resto nessuno poteva pensare che il contraccolpo non si sarebbe sentito. Visti i mezzi a disposizione, gli obiettivi conseguiti sono comunque notevoli: senza campioni e con un giovane allenatore che non ha mai vinto granché, l’Inter è riuscita ad arrivare agli ottavi di Champions che mancavano da un decennio (disputando due belle partite contro il Liverpool, senza fare quelle figuracce che si davano quasi per scontate), ha portato a casa la Supercoppa, è in finale di Coppa Italia e si gioca fino all’ultimo lo scudetto.

Dopo il calciomercato estivo, voi avreste mai detto che l’Inter sarebbe rimasta tra le migliori squadre di Serie A? Senza le sue tre garanzie (a Lukaku e Conte mi sento di aggiungere Hakimi, per non parlare di Eriksen) e con alcune toppe peggiori dei buchi? Io, pur da interista, o forse proprio perché sono interista, no di certo.

La seconda considerazione, questa volta negativa, riguarda proprio le toppe peggiori dei buchi. È ammirevole che la squadra si sia dimostrata ancora competitiva nonostante i limiti evidenti, ma non si può far finta di non vederli, quei limiti. Sostituire Lukaku con Džeko è come pensare che sì, non ho più la Ferrari, ma tutto sommato il Gran Premio lo posso correre anche con un maggiolino del ‘56. L’attacco interista non funziona come dovrebbe, tant’è che spesso le reti arrivano dal centrocampo (da Perišić a Çalhanoğlu). La squadra va ripensata – e in fretta.

Chissà che il prossimo calciomercato non porti qualche soddisfazione in più del precedente – anche perché basterebbe poco. Nel frattempo, però, concedetemi la più classica delle licenze poetiche: complimenti al Milan per la vittoria dello scudetto

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lunedì 21 Ottobre 2024