Il volo in deltaplano: libertà ed esplorazione
Matteo Tamanini, ventottenne di Mattarello (Tn), ci ha raccontato la sua grande passione per il volo in deltaplano
Oggi parliamo di passioni, di sport estremi, di emozioni forti! Abbiamo incontrato Matteo Tamanini, ventottenne di Mattarello appassionato di volo in deltaplano dal 2014: è sempre stato attratto da tutto ciò che vola e quindi, 7 anni fa, ha deciso di provare a volare a bordo di un biposto.
«Già dalla prima esperienza sentivo che, avendo a che fare con una materia quasi invisibile (l’aria), sarebbe stata una cosa tutt’altro che facile». Il primo volo però non è da considerare un’esperienza necessariamente “traumatica”, dice sorridendo, perché «il volo alto si raggiunge per gradi: inizialmente si parte da una collinetta e ci si stacca a pochissimi metri e, man mano che si acquisisce il controllo del mezzo, si vola su dislivelli più elevati». Matteo ci racconta poi che, dopo il primo decollo, è stato in preda a mille emozioni e che, paradossalmente, quella prevalente è stata la calma, «una planata liscia e dolce verso l’atterraggio».
Ma come ci si abilita per poter guidare autonomamente il deltaplano?
«Bisogna seguire un corso in una scuola abilitata. Generalmente il percorso è diviso in tre fasi: campetti, voli alti e teoria. I campetti sono i primissimi passi per capire come vola il deltaplano, si svolgono su una collinetta e hanno il compito di farci apprendere momenti importanti come il decollo e l’atterraggio» ci spiega Matteo che prosegue: «Dopo aver sviluppato un’ottima dimestichezza con i campetti si passa ai voli alti, inizialmente in aria calma. Di norma i voli alti da eseguire prima di affrontare l’esame sono trenta: ovviamente la progressione di questi step avviene solo se si acquisisce la completa padronanza di tutte le tecniche».
La parte teorica è altrettanto fondamentale perché «durante le lezioni si approfondisce la meteorologia, nostra grande alleata nel volo libero. Una volta pronti ci si presenta all’esame, che prevede una prova pratica e una prova scritta. Poi, conseguito il brevetto, inizia l’avventura!» Mentre Matteo ci racconta la sua esperienza traspare entusiasmo dai suoi occhi: «Il volo per me è libertà, esplorazione, una dimensione dove tutto assume un’altra forma».
Il giovane trentino ci svela infine che, appena ha avuto l’occasione, ha fatto un passo ulteriore: si è abilitato per il volo in biposto per trasmettere questa passione – che purtroppo in Italia non è diffusissima – alle persone che desiderano avvicinarsi al volo in deltaplano.
«Portare in volo le persone – conclude – è molto interessante, soprattutto per le reazioni che il volo suscita in esse. Chi volesse iniziare a praticare questa attività, che non mi piace definire “sport”, deve armarsi di pazienza, iscriversi ad una scuola e affidarsi all’istruttore. Il percorso può essere lungo e faticoso ma, sicuramente, sforzi e sacrifici saranno ripagati!».
Mentre salutiamo Matteo, e lo ringraziamo per aver condiviso la propria passione con noi e i lettori di UnderTrenta, lo vediamo prendere il volo: una piccola corsetta e via come un gabbiano, sempre più in alto nel cielo!
Sport
Twitter:
giovedì 19 Settembre 2024