I Golden State Warriors sono campioni NBA
20 marzo 2020. Gli Warriors chiudono la stagione regolare con appena 15 vittorie su 65 partite giocate. Una chiusura oltremodo anticipata per una franchigia che ha raggiunto le Finals NBA nei cinque anni precedenti e che quindi è abituata a giocare almeno fino a giugno. Sembra la fine di una dinastia che ha dominato per anni e in maniera luminosissima, ma che non è stata in grado di rinnovarsi, vittima anche di infortuni gravissimi, come quello di Klay Thompson, seconda stella della squadra, che durante Gara-6 delle Finals del 2019 si rompe il legamento crociato del ginocchio sinistro. È finito un ciclo, affermano tutti i commentatori con quel malcelato e risentito godimento che si prova nei confronti di chi ha vinto a lungo.
16 giugno 2022. Gli Warriors vincono Gara-6 delle Finals contro i Boston Celtics e si laureano campioni NBA per la quarta volta negli ultimi otto anni. Altro che dinastia incapace di rinnovarsi, altro che ciclo terminato. Quella di Golden State è una vittoria che sa di rivalsa, il punto esclamativo su una regular season non sempre brillante, ma che è servita come rodaggio per una macchina che ha alzato i giri del proprio motore nel momento opportuno. Merito della pianificazione e dello “strength in numbers” – motto degli Warriors -, cioè di un sistema di gioco che esalta i singoli (soprattutto quelli che non compaiono sulle prime pagine o in copertina) e li rende pedine fondamentali dentro e fuori dal campo.
Merito anche, naturalmente, delle sue stelle. Di Steph Curry su tutte, vincitore dell’MVP delle Finals, l’unico trofeo che mancava nella sua straordinaria bacheca. Bisognerebbe dedicare libri interi a questo giocatore unico e a come ha cambiato il gioco della pallacanestro negli ultimi dieci anni. Come amano dire Oltreoceano, “we are all witnesses”, siamo tutti testimoni di un momento apicale nella storia di questo sport, uno di quei momenti che capitano raramente: Jordan negli anni Novanta, Kobe Bryant all’inizio degli anni Duemila, LeBron e Curry (e il sistema-Warriors) negli ultimi dieci anni.
We are all witnesses. Abbiamo assistito a uno spettacolo bellissimo tra Warriors e Celtics, a una serie combattuta, mai scontata, la migliore che l’NBA potesse offrire. Attacchi letali, difese asfissianti, giocate da cinema da una parte e dall’altra del parquet. Ha vinto l’esperienza di Golden State, la sua fame e la voglia di dimostrare che, nonostante tutto, questa squadra rimane una delle migliori di sempre. E il futuro? Che cosa faranno gli Warriors domani? Sapranno replicare? Tutto a tempo debito. Per ora godiamoci – tifosi e non – questo momento: siamo tutti testimoni della Storia nel suo svolgimento.
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venerdì 7 Febbraio 2025