Grazie Inter, grazie Barcellona
Ovvio, dite, tu tifi Inter. Ovvio che la partita ti abbia entusiasmato. Tifo e oggettività sono inconciliabili. Trovare un equilibrio tra i due è praticamente impossibile. Metto quindi le mani avanti: l’articolo cercherà di essere quanto più oggettivo possibile, ma io tifo Inter. Cavatene voi quel che volete.
Sono passati pochi giorni, pochissimi, dalla semifinale di ritorno di Champions League. L’Inter ha battuto 4 a 3 il Barcellona al termine di una partita che definire rocambolesca è un eufemismo. Basti pensare che al 92esimo minuto l’Inter era sotto nel risultato e non aveva praticamente tirato in porta in tutto il secondo tempo: una condanna. Poi il gol allo scadere di Francesco Acerbi – la cui storia personale meriterebbe un articolo a parte – e quello di Davide Frattesi nel supplementare a suggellare la vittoria nerazzurra. Acerbi e Frattesi: un difensore di 37 anni e un centrocampista che non ha mai trovato il giusto feeling con la maglia dell’Inter, anche per questioni personali emerse nelle ultime settimane. Eppure sono proprio loro due gli uomini del destino interista.
Al di là del risultato finale, al di là del fatto che sia passata l’Inter, la partita è stata davvero straordinaria, una delle più entusiasmanti, forse la più entusiasmante nella storia nerazzurra e della Champions League. È raro, rarissimo assistere a una doppia semifinale in cui si segnano ben 13 gol tra andata e ritorno (caso simile è stato quello della Roma contro il Liverpool nel 2018: sconfitta per 5-2 all’andata, vittoria per 4-2 al ritorno). Ma è stato soprattutto il modo in cui sono arrivati questi gol: Inter e Barcellona hanno giocato a viso aperto, colpendosi ripetutamente con giocate dal tasso tecnico stellare, senza tirarsi indietro, quasi come fosse l’ultima partita della stagione, o della vita. E se per il Barca questo è normale fin dai tempi di Pep Guardiola, per l’Inter invece no. Per il calcio italiano invece no. Non siamo passati alla storia come la patria del catenaccio, del “difesa e contropiede” per caso. È uno stile di gioco che abbiamo esportato un po’ ovunque e che anche in tempi recenti – si veda il Real Madrid di Ancelotti – ha dato ottimi risultati.
Ma è un gioco che non appassiona, non entusiasma: annoia. Mi pare emblematico quanto detto da Thierry Henry su CBS Sport al termine della partita: “È da un po’ di tempo, da due o tre anni, che mi annoio molto guardando il calcio. Quindi grazie Inter e grazie Barcellona per quello che ci avete regalato: ciò che abbiamo visto stasera è il motivo per cui amiamo questo sport”.
Tifo Inter, quindi sono di parte. Ed è difficile esprimere un giudizio oggettivo sulla partita quando sei così coinvolto. Ma credo che si possa essere d’accordo nel sostenere (o nell’ammettere) che sia stato uno spettacolo di altissimo valore, come capita di rado di vedere a questi livelli. Quindi, grazie Inter e grazie Barcellona.
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martedì 24 Giugno 2025