Giro d’Italia 2023: il percorso e i favoriti

Il Giro d’Italia 2023 si è tolto i veli e si è mostrato al mondo nel pomeriggio del 17 ottobre. Le 21 tappe porteranno la Carovana Rosa dall’Abruzzo a Roma snodandosi per quasi tutta la penisola per un totale di 3448,6 chilometri. Partenza dall’Italia, quindi, una novità per un Giro ormai abituato a partenze estere nel tentativo di apparire più cosmopolita e quindi appetibile a sponsor, televisioni e pubblico. Anche l’arrivo nella Capitale è una novità: Roma è stata sede finale del Giro d’Italia solo una manciata di volte (l’ultima nel 2018, quando a causa del cattivo stato delle strade i corridori avevano ottenuto la neutralizzazione della corsa).

Come spesso accade, è un Giro che si vincerà in salita e a cronometro. E quest’anno essere scalatori e cronoman aiuterà particolarmente, dal momento che una delle tappe decisive della terza settimana (l’ultima prima della passerella romana) sarà la cronoscalata del Monte Lussari, sette chilometri e mezzo al 12% medio con punte che arrivano fino al 22%.

È un Giro che ingolosisce molti, insomma, e non scontenta nessuno. Forse.

Perché i circa 70 chilometri di cronometro (divisi in tre tappe) hanno già fatto storcere il naso ad alcuni papabili protagonisti della Corsa Rosa. Tra questi il vincitore dello scorso anno Jai Hindley che proprio a causa di una cronometro posta come ultima tappa del Giro del 2020 aveva perso la Maglia Rosa. Possiamo immaginare che molti dei grandi scalatori degli ultimi anni – da Mikel Landa a Enric Mas da Egan Bernal a Richard Carapaz – la penseranno allo stesso modo: se decideranno di partecipare al Giro d’Italia, dovranno stringere i denti nelle prove contro il tempo e scatenarsi nei ben sette arrivi in salita. Terreno per fare la differenza ce n’è sicuramente: non dovrà mancare la voglia di attaccare, e di attaccare da lontano.

E i tre grandi fenomeni del ciclismo mondiale? Che cosa faranno Remco Evenepoel, Tadej Pogačar e Jonas Vingegaard? Gli ultimi due sarà veramente difficile vederli alla partenza, mentre per Evenepoel uno spiraglio di speranza c’è. Il vincitore della scorsa Vuelta è uno dei migliori cronoman al mondo e ha dimostrato di essere cresciuto davvero molto in salita. Il Giro d’Italia del prossimo anno potrebbe segnare la sua definitiva consacrazione anche nelle corse a tappe.

E l’Italia? Meglio levare subito il dente: l’Italia non ha ciclisti in grado di vincere la Corsa Rosa e, come ha detto Vincenzo Nibali (ultimo italiano a vincere un Grande Giro) nel corso di più di un’intervista, non ce ne sono nemmeno all’orizzonte. Bisognerà stringere i denti, investire sui movimenti giovanili e prima o poi salterà fuori un nuovo campione. Del resto, uno c’è già – seppur inadatto alle corse a tappe – e risponde al nome di Filippo Ganna. Lo scorso anno, complice un Giro poco idoneo alle sue caratteristiche, ha preferito il Tour de France. La speranza è di vederlo di nuovo al via del Giro d’Italia. Magari, vista la cronometro iniziale, con indosso la prima Maglia Rosa.

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lunedì 21 Ottobre 2024