FDS 2023 – Gli Stati Generali del Calcio
Sul palcoscenico del Teatro Sociale, durante la seconda giornata del Festival dello Sport, per coprire le varie figure che compongono “Gli Stati Generali del Calcio”, chiaramente italiano, sono stati presenti: Daniele Iervolino, presidente della Salernitana, Urbano Cairo, presidente del Torino ed editore di RCS Group, Paolo Scaroni, presidente del Milan e di Enel e Daniele De Rossi, un nome che non ha bisogno di presentazioni. In “dad”, presenti anche Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A, e Gabriele Gravina, presidente della FIGC. L’evento, moderato da Andrea Di Caro, si è mosso su vari macro temi, tra stadi, diritti televisivi e la sostenibilità del “nostro” calcio, insomma: si è fatto un quadro generale del mondo del calcio italiano.
I giochi sono stati aperti da Gravina con il tema caldo di queste ore, il calcio scommesse: l’umore generale è che, per quanto la ludopatia e in generale il gioco siano un problema da gestire, non si tratta di gare truccate, quanto più di singoli individui coinvolti nel gioco in maniera illegale. Il Presidente della FIGC ha trattato anche il tema Europei, vista l’assegnazione al binomio Italia-Turchia per il 2032, occasione per modernizzare e sviluppare le strutture presenti. Si è parlato di sostenibilità economica e dei vari mali che affliggono il calcio italiano: dal ruolo dei procuratori, preponderante nel calcio moderno, alla gestione concreta delle strutture e dei costi – di esempi virtuosi ce ne sono tanti, dal modus operandi dei Dallas Cowboys o, rimanendo sempre negli States, al Salary Cap imposto nella MLS. Iervolino, tra gli applausi, ha aperto poi un tema di importanza fondamentale per il futuro del calcio, italiano e non: i giovani. A riguardo l’ex enfant prodige giallorosso, Daniele De Rossi, ha spiegato al meglio di come l’Italia debba fare dei passi da gigante culturalmente per poter dire di essere quantomeno allineata con il resto degli stati Europei: lui a 21 anni vinceva il mondiale, oggi a 16 in Spagna Yamal è titolare nel Barcellona, in Italia la situazione, oggi, è tutt’altra.
Carnevali ha portato al tavolo l’esempio del Sassuolo, che è da sempre un caso esemplare: non sono solo i giovani e i giovani azzurri formati, ma anche per la gestione economica al Patron Squinzi c’è poco da contestare. La questione economica ha poi portato con sé un dialogo sui diritti televisivi, dove l’Italia, come per strutture private e settori giovanili, procede al rallentatore. Casini ha messo in parallelo Serie A e Premier per i diritti televisivi, in Inghilterra il guadagno è pari a 2 miliardi di euro, rispetto ai nostri 200 milioni, ma ai piani alti “ci stanno lavorando”. Per esempio, la Serie A potrà trattare senza i vincoli che c’erano in precedenza per i diritti, ma ci sarà da attendere in ogni caso che la burocrazia faccia il suo corso.
La conclusione è stata legata ai “sogni” dei protagonisti: per Cairo una spinta verso l’utilizzo dei giovani, per Scaroni, che ha trattato anche il tema “stadio”, pronto per la stagione 2028/2029, c’è la Champions, ma anche un miglioramento della gestione dei diritti televisivi internazionali, per Iervolino un bilanciamento nei contratti tra diritti e doveri dei calciatori, per Carnevali – sulla scia di quanto detto da Pep Guardiola, ci sarebbe uno “scudetto per il Sassuolo”, ma anche l’unione di presidenti e dirigenti uniti per il bene del sistema, per Casini una migliore percezione della Serie A all’estero, e per De Rossi che si cominci a seguire un modello di bel calcio, coraggioso, offensivo, anche per la nazionale.
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mercoledì 9 Ottobre 2024