FDS 2023 – Casillas e Tebas in: “La Liga dei campioni”
Il Festival dello Sport è sempre più internazionale, i campioni presenti alla sesta edizione arrivano infatti un po’ da tutto il mondo e – per chi è interessato al calcio – la prima giornata contava su un evento imprescindibile: Iker Casillas, il leggendario “arquero”, portiere leggenda del Real e della Spagna, in dialogo con Javier Tebas, il presidente della Liga nell’era Messi-Ronaldo, che ha vissuto il loro apice e declino, tutt’ora in carica sta vivendo la transizione ai “nuovi” Bellingham, Tchouameni e Yamal. Le domande poste dal moderatore, Filippo Maria Ricci, a Casillas sono state quelle che, nella cornice del Teatro Sociale, ci si poteva aspettare: i portieri preferiti, che hanno svariato da Smeichel Senior a Khan, il migliore e peggior Clásico (come migliore ha citato il primo nel 2000, vinto 3-0, tra i peggiori invece la manita, 5-0, e il 2-6 con lo storico spostamento tattico di Messi) ma anche varie domande sulle “nuove” leve tra i pali della Selección, la nazionale spagnola. Per quest’ultima domanda, di fronte a un pubblico composto per la maggior parte di giovanissimi, Casillas è stato molto duro nei confronti dell’attuale generazione di portieri iberici: <<Una volta c’eravamo io, Reina, Valdez, oggi non vedo un’intera generazione di portieri competitivi, non sono più giovanissimi>>.
L’evento è stato, per il resto, una glorificazione della Liga e – per gran parte delle situazioni – c’è solo da prendere esempio per il calcio nostrano. Il presidente Tebas ha ricordato alla platea che La Liga a differenza della Serie A è stato un campionato capace di pagare le tasse nell’era Covid, senza un euro di difetto, ma anche un campionato capace di coniugarsi verso l’internazionale nell’era degli alieni, Messi e Ronaldo. Così via discorrendo sono state mostrare varie foto, da quella del numero di followers sui social per Real e Barça, a quella dei trofei per club europei vinti da team spagnoli nel 21° secolo, dal 2000 a qui sono stati più del 50%. La Liga è il campionato in cui gli azionisti investono di meno e, considerando gli acquisti di questa estate, solo il cartellino di Bellingham, che per ora ha statistiche superiori a quelle di Cristiano Ronaldo nello stesso periodo, ha superato la media, comunque attestata sui 15/20 milioni: l’importante è spendere bene. Le critiche sono piovute, chiaramente sul tema, verso la Premier League, che ha “un modello non sostenibile”, ma anche sull’inserimento di nuove competizioni, perché c’è la volontà “di cambiare qualcosa che di per sé funziona”. Una parentesi molto importante è stata quella sul numero infinito di partite che i calciatori devono giocare, Casillas ha parlato di come il coinvolgimento sia assente per i giocatori – <<A volte non sapevamo nemmeno per quale competizione stavamo giocando, ci si muoveva moltissimo per le partite. Perché non si chiede mai ai giocatori se è troppo?>> – mentre Tebas, con un’ottica più cinica ma comunque attualissima, ha aggiunto: <<Se si gioca il mondiale per club sono due squadre dalla Liga, se si giocano competizioni “esclusive”, partecipa un certo numero di giocatori, e tutti gli altri? Rimangono ad aspettare? Come è stato per il Covid. I contratti vanno pagati comunque>>.
Una nota piacevole, confermata poi durante altri eventi, è stata quella che tantissimi giovani, anche molto piccoli, si sono presentati con palloni e magliette, ma soprattutto in questo caso con i guantoni, per gli autografi, ancora prima delle foto: Iker è stato, quasi, assalito dalla calca creata in seguito alla sua uscita. Per quanto il suo ritiro sia stato relativamente recente, quattro anni fa, la sua eredità sportiva continua chiaramente a vivere.
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sabato 5 Ottobre 2024