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Di calcio, pensieri e d’altre sciocchezze: odi et amo, un filo bianco tra la Mole e l’Arena

Odi et amo. Come per tutti i grandi idoli prima o poi il crocefisso arriva. Soprattutto se l’idolo in questione ha incarnato quel ruolo per davvero. E soprattutto se poi ha “tradito” chi lo ha incoronato tale. Soprattutto se parliamo di sport. Soprattutto se parliamo di calcio. Soprattutto di calcio di provincia.

Domenica prossima, allo Stadio Olimpico Grande Torino, andrà in scena un Torino-Verona dal profumo d’Europa. Un’occhio di bue, per forza di cose, dovrà virare sulle panchine delle due società unite da un filo rosso – anzi bianco color di Spalato – alle cui estremità troviamo due tecnici originari proprio dello storico porto di mare balcanico: Igor Tudor e Ivan Juric.

Proprio lui, Ivan Juric. Il “Re Mida” che ha preso letteralmente per mano la società scaligera trasformandola, in sole due stagioni, in una realtà perennemente ai margini dell’Europa calcistica, capace di grandi imprese sportive e di plusvalenze milionarie. Re mida appunto. Lo stesso però che – con un piede e mezzo sul trampolino di lancio che gli avrebbe permesso, verosimilmente, di completare quel processo di crescita sportiva e societaria –  decise di andarsene solamente due giorni dopo la fine della stagione. Lusingato dal corteggiamento proprio del patron granata Cairo, decise di approdare all’ombra della Mole Antonelliana, in cerca di nuove fortune. Sportivamente parlando, il dado è tratto: da idolo a nemico è un’istante.

E se la riconoscenza, nel mondo del calcio, si consuma preferibilmente con le stesse tempistiche dello yogurt fresco, è lecito aspettarsi un’accoglienza tutt’altro che piacente da parte dei tifosi scaligeri, in attesa da mesi di rincontrare l’amico-nemico per eccellenza.

Un’analisi ulteriore, per prepararsi al match day, è doveroso farla: sull’altra sponda, seduto sulla panchina gialloblù, accoccolato tra gli arcovoli dell’Arena, troviamo Igor Tudor. Figlio, sportivamente parlando, proprio di “Ivan il terribile”, ha aderito in toto al mantra tattico del suo connazionale e ha rimesso in moto la fuoriserie plasmata dal suo predecessore. Facendola correre, per ora, ancor più veloce.

C’è da aspettarsi una sfida a dir poco pepata dunque, sospesa tra vecchi amori e rancori mal digeriti, tra vecchi idoli e nuovi pionieri, tra due fuoriserie di genesi comune e due piazze da sempre caldissime.

Vinca il migliore dunque. A noi resta una sola certezza: la nave, dopo i 90 minuti, sarà condotta comunque in porto. Il porto di Spalato.

Sport
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sabato 23 Settembre 2023