Chiudi

Un'esperienza su misura

Questo sito utilizza cookie tecnici e, previa acquisizione del consenso, cookie analitici e di profilazione, di prima e di terza parte. La chiusura del banner comporta il permanere delle impostazioni e la continuazione della navigazione in assenza di cookie diversi da quelli tecnici. Il tuo consenso all’uso dei cookie diversi da quelli tecnici è opzionale e revocabile in ogni momento tramite la configurazione delle preferenze cookie. Per avere più informazioni su ciascun tipo di cookie che usiamo, puoi leggere la nostra Cookie Policy.

Cookie utilizzati

Segue l’elenco dei cookie utilizzati dal nostro sito web.

Cookie tecnici necessari

I cookie tecnici necessari non possono essere disattivati in quanto senza questi il sito web non sarebbe in grado di funzionare correttamente. Li usiamo per fornirti i nostri servizi e contribuiscono ad abilitare funzionalità di base quali, ad esempio, la navigazione sulle pagine, la lingua preferita o l’accesso alle aree protette del sito. Comprendono inoltre alcuni cookie analitici che servono a capire come gli utenti interagiscono con il sito raccogliendo informazioni statistiche in forma anonima.

Prima parte6

cm_cookie_cookie-wp

PHPSESSID

wordpress_test_cookie

wordpress_logged_in_

wordpress_sec_

wp-wpml_current_language

YouTube1

CONSENT

Scopri di più su questo fornitore

Google3

_gat_

_gid

_ga

Scopri di più su questo fornitore

A Bagnaia non piace facile: storia di una vita sempre in salita

Da Giacomo Agostini in avanti, ci son voluti ben 50 anni per rivedere un Campione del Mondo italiano su moto italiana, e 13 dopo l’ultima volta di Valentino Rossi nell’ormai lontano 2009, ma ne è valsa la pena: Francesco Pecco Bagnaia è campione del mondo di MotoGP! Cavalcata unica, incredibile, entusiasmante e potremmo star qui a parlarne per ore, se non giorni per quanto assurdo sia stato questo mondiale che da un lato ha incensato un ragazzo velocissimo, anti-divo per scelta, ma che dall’altro ha crocifisso, si fa per dire, uno altrettanto veloce con la carisma ed il talento di pochi, quel Fabio Quartararo che non ha mollato e ci ha creduto fino alla fine, fregandosene di moto inferiore e avversari agguerriti.

Nel celebrare Pecco si deve assolutamente partire da molto lontano, dal suo ingresso in Moto3 quando in lui credevano in pochi: una stagione, anzi molto meno, alla corte del neonato Team Sky VR46 e poi via in Mahindra, con una motoretta decisamente poco sviluppata e acerba con cui fare esperienza senza dover dimostrare nulla a nessuno. Un percorso di crescita che lo ha portato ben presto a far capire a se stesso ed agli addetti ai lavori di che pasta fosse fatto: staccate al limite di chi sa il fatto suo, la prima vittoria ad Assen con una gara da urlo e poi un’altra in Malesia nello stesso anno. A consacrarlo, la seconda stagione in Moto2 quando, tornato allo Sky VR46 Racing Team, diviene Campione del Mondo conquistando ben 8 vittorie in stagione: di lì in poi, un crescendo rossiniano che lo ha portato, nella domenica valenciana, ultimo atto di un campionato thrilling, sul tetto del mondo per la seconda volta, in quella MotoGP che sognava fin da piccolo.

Che sia il giusto premio di una carriera passata a lavorare sodo per raggiungere i propri obiettivi nessuno lo discute e, ad avvallare ancor più questa teoria, basti pensare a quanto difficile sia stata questa stagione con le prime gare in cui l’amore con la nuova Ducati sembrava non dovesse sbocciare. Dopo il Gran Premio del Sachsenring, in Germania, i punti di distacco dal capoclassifica Quartararo erano ben 91 e, nella rimonta, forse non ci credeva nemmeno lui. Ma passo dopo passo, anzi, gran premio dopo gran premio, il sogno è diventato realtà.

Sport
Lascia un commento

I commenti sono moderati. Vi chiediamo cortesemente di non postare link pubblicitari e di non fare alcun tipo di spam.

Invia commento

Twitter:

mercoledì 6 Dicembre 2023