“Withe people rape dogs” di Jacopo Iannuzzi, la recensione

Primo romanzo dell’autore, vincitore del premio letterario Calvino per scrittori emergenti nel 2023. Riconoscimento per un’opera che già dalle prime pagine, si contraddistingue per asprezza e sopratutto urgenza. Un racconto di viscerale intimità che trascende il tempo narrativo conducendo il lettore in un viaggio fuori e dentro di sé.

Quella sera io e Jen abbiamo girato un pò, tanto per. Nessuno dei due aveva voglia di tornare a casa così presto”. Questo l’incipit che ben riassume la natura di questo romanzo audace e introspettivo. Uno scritto forte e pungente che non ammette repliche di fronte al suo messaggio. La trama è immersa in quello che si può definire un luogo comune, ovvero una città di provincia anonima, quella casa che da troppo tempo si conosce e che appunto non è più in grado di sorprendere. Un assoluto senso di vuoto che avvolge la vita in una nebbia d’inerzia. A sovvertire questa stazionaria routine non resta che una possibilità: alcol e droga, uniche armi contro la noia inesorabile che prende tutto e tutti. Quella che viene narrata è una vicenda banale che apre però le porte ad un mondo sommerso, nel quale il reale e l’onirico, volutamente, si fondono fino a confondersi l’uno nell’altro. Fondamentale in questo aspetto la prospettiva interna dell’autore, che in questo libro non parla solo di un viaggio adolescenziale, ma in modo ancor più profondo delle vicende dei protagonisti, che altro non sono che manifestazione letteraria dei propri pensieri e opinioni inespresse. Con questa peculiare modalità d’impostazione, l’autore racconta non solo sé stesso, ma un’intera generazione. I giovani del ventunesimo secolo deformati ed esasperati dalla monotonia del mondo. Ingannati e disillusi, soli alla mercé di un mondo ora svuotato. Immersi in una realtà devastata dove il complottismo della storia narrata diviene filo invisibile che collega i personaggi e il lettore: “Mi sentivo protagonista. Davanti a quel bivio avrei scelto di essere, pensavo. Nascono sempre così le grandi storie”.

Attraverso un linguaggio nuovo, ricercato attraverso suoni e contemporaneità l’autore dà vita ad un viaggio allucinato e allo stesso tempo perfettamente lucido di una promessa infranta, quella del futuro: “Alziamo gli occhi. La Luna si sta sgretolando. Lentamente, quasi immobile. Il cielo si sta piegando su sé stesso”.

Cultura
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venerdì 11 Luglio 2025