Chiudi

Un'esperienza su misura

Questo sito utilizza cookie tecnici e, previa acquisizione del consenso, cookie analitici e di profilazione, di prima e di terza parte. La chiusura del banner comporta il permanere delle impostazioni e la continuazione della navigazione in assenza di cookie diversi da quelli tecnici. Il tuo consenso all’uso dei cookie diversi da quelli tecnici è opzionale e revocabile in ogni momento tramite la configurazione delle preferenze cookie. Per avere più informazioni su ciascun tipo di cookie che usiamo, puoi leggere la nostra Cookie Policy.

Cookie utilizzati

Segue l’elenco dei cookie utilizzati dal nostro sito web.

Cookie tecnici necessari

I cookie tecnici necessari non possono essere disattivati in quanto senza questi il sito web non sarebbe in grado di funzionare correttamente. Li usiamo per fornirti i nostri servizi e contribuiscono ad abilitare funzionalità di base quali, ad esempio, la navigazione sulle pagine, la lingua preferita o l’accesso alle aree protette del sito. Comprendono inoltre alcuni cookie analitici che servono a capire come gli utenti interagiscono con il sito raccogliendo informazioni statistiche in forma anonima.

Prima parte6

cm_cookie_cookie-wp

PHPSESSID

wordpress_test_cookie

wordpress_logged_in_

wordpress_sec_

wp-wpml_current_language

YouTube1

CONSENT

Scopri di più su questo fornitore

Google3

_gat_

_gid

_ga

Scopri di più su questo fornitore

Tutti mi chiamano Giorgio

Déjà Vu, il nuovo album di Moroder

2

Nel 1977, in quel di Berlino, Brian Eno è alle prese con la registrazione di Heroes. Un giorno entra in studio e dice a David Bowie: «I have heard the sound of the future». Un complimento non da poco per I Feel Love di Donna Summer. Dietro a quel successo c’è Giovanni Giorgio Moroder. Per tutti semplicemente Giorgio.
Molti anni prima dei vari David Guetta, Bob Sinclar, Calvin Harris e Avicii di turno, è quel ragazzo partito da Ortisei (Val Gardena, BZ) a regnare incontrastato sulla scena musicale. A dettare legge. Sempre al passo con i tempi. Produttore di hit da brivido, dj nei club e nei festival più esclusivi (per dire, Vivid Fest, Moogfest, Wireless Festival, Les Ardentes, Pacha Ibiza) e compositore di colonne sonore entrate nell’immaginario collettivo (su tutte, Scarface, Top Gun, Flashdance, American Gigolò, La storia infinita).

3

Lui, definito pioniere della dance elettronica e considerato un guru da generazioni di musicisti, dagli anni ’70 in poi colleziona collaborazioni con artisti di grido: Donna Summer (che porta al successo), Freddie Mercury, David Bowie, Elton John, Barbra Streisand, Nina Hagen, Cher, Miami Sound Machine… Ma l’elenco è esemplificativo. Ha all’attivo tre Oscar, quattro Grammy Awards, quattro Golden Globes, un posto nella Dance Music Hall of Fame (2004), una nomina a Commendatore della Repubblica Italiana (2005) e un World Soundtrack Lifetime Achievement Award (2011). Senza contare i cento dischi tra oro e platino.

4

Oggi il signor Moroder ha 75 anni e vive a Los Angeles. Ha fatto fortuna ed è un businessman a tutti gli effetti. Eppure, tra un impegno e l’altro, ha trovato il tempo di pubblicare un nuovo album (Déjà Vu) a distanza di trent’anni dall’ultimo.

Una buona occasione per rispolverare il proprio brand sfruttando il ritorno di popolarità 2.0. Complici i Daft Punk che nel 2003 hanno fatto carte false per averlo come collaboratore in Random Access Memories. Qui gli rendono omaggio con una traccia in cui Moroder stesso racconta i suoi inizi. Giusto per ricordare dove tutto è cominciato, se mai ce ne fosse stato bisogno.

Cultura
Lascia un commento

I commenti sono moderati. Vi chiediamo cortesemente di non postare link pubblicitari e di non fare alcun tipo di spam.

Invia commento

Twitter:

martedì 3 Ottobre 2023