Trento Film Festival: “Fire of Love”
Potrete entrare in sala senza conoscere la storia di Maurice e Katia Krafft, ma se c’è qualcosa che vi sentirete addosso è che “non finirà bene”. Quale mai potrebbe essere l’epilogo di un ideale ménage-à-trois che vede come protagonisti una coppia di vulcanologi e i “loro” vulcani?
La fine la possiamo immaginare tutti, ed è proprio da qui che la regista statunitense Sara Dosa ha scelto di partire per ripercorrere – fin dai primi passi insieme – le avventure dei Krafft, dal giorno prima che un nuvolone grigio da qualche migliaio di gradi li cancellasse, lasciando come testamento personale e professionale duecento ore di filmati e migliaia di foto, come strumento di ricerca per i posteri.
La storia d’amore tra i due non sarebbe non potuta sbocciare: entrambi nati nell’Alsazia del dopoguerra con una passione comune così forte da portarli a rinunciare a tutti i comfort che una cattedra di biochimica o di geologia in una prestigiosa università avrebbe potuto assicurare loro. L’elemento forse più significativo è che non lo hanno mai fatto per ricchezza, se non che per quella personale.
Nel documentario sulla loro vita emerge chiaramente che il brivido per il rischio, l’amore per la lava e la fame di sapere erano gli unici pagamenti che avrebbero accettato dal mondo per continuare sulla loro strada, così impervia e insicura ma allo stesso tempo così affascinante e misteriosa.
Il risultato è molto intimo, le riprese hanno ovviamente al centro la coppia che non è però sempre e solo impegnata a descrivere i tanto cari elementi naturali o la logica di quello che abbiamo sotto i nostri piedi. I due sono ripresi anche in momenti più personali, in cui per esempio si divertono insieme sprezzanti del pericolo che comporta ballare sul bordo di un vulcano in eruzione o altri dove sono costretti a vivere attimi che nessun esperto nel campo vorrebbe vivere, basta pensare al disastro del Nevado del Ruiz nell’85.
Proprio l’evitare che i vulcani non fossero più un pericolo per l’umanità era tra i loro obiettivi: informare ed educare il mondo sul funzionamento di quello che era stato il loro primo amore comune e allenare le popolazioni soggette più a rischio all’evacuazione erano tra i loro sogni, che “nessun vulcano mietesse più vittime”, ma a volte la Terra sa essere imprevedibile, ed è stata proprio questa imprevedibilità a segnare le loro sorti.
La distribuzione del film è stata contesa tra colossi come Netflix, Amazon, Sony e Disney e a spuntarla è stata quest’ultima tramite il National Geographic, e proprio per questo tra qualche mese sarà disponibile sulla piattaforma di streaming Disney+. Quando c’è una tale disputa il motivo può essere solo uno ed è l’alto potenziale per diventare un prodotto di successo e, dati alla mano, le aspettative si stanno confermando: le recensioni su Rotten Tomatoes e Metacritic sono delle migliori, va poi sottolineata la proiezione al Sundance, tra i più importanti eventi per il cinema indipendente.
Questo documentario è in gara anche per il Trento Film Festival e basterà una visione per realizzare che il lavoro è esemplare e che potrebbe uscire vittorioso dalla gara, ma che soprattutto rende omaggio in maniera strepitosa alla dura vita di una coppia che avrebbe dato qualsiasi cosa per finire così: insieme, con un vulcano a unirli.
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lunedì 9 Dicembre 2024