The Last of Us, la serie funziona: sospiro di sollievo per milioni di fan

“The Last of Us” è un videogioco, ma non è sicuramente così che lo definirebbe chi ha vissuto l’esperienza post-apocalittica messa in scena da Neil Druckmann: la storia è capace di commuovere anche i cuori più duri, inoltre – a differenza di altri giochi con una forte componente “cinematografica”, sequenze non-giocabili – il gioco consente la possibilità di interagire in maniera estrema con l’ambiente circostante, così come le persone e i mostri che lo animano. Il gioco è stato pubblicato per la prima volta nel 2013, quando ancora erano in circolazione le Play Station 3, e sono passati ben sette anni per il secondo capitolo – apprezzato molto di più dalla critica – pubblicato invece nel 2020.

Il primo capitolo racconta, a distanza di venti anni dalla distruzione della civiltà come la conosciamo, l’emozionante viaggio attraverso gli Stati Uniti di Joel Miller, uno dei sopravvissuti alla proliferazione del cordyceps, un fungo capace di rendere “zombie” – con varie forme fisiche e mentali – chiunque venga appunto contagiato. Lo scopo del viaggio di Joel è quello di portare alle Luci, una delle ultime organizzazioni paragovernative esistenti, Ellie: una ragazza immune all’infezione da parte dei mostri che pullulano le strade delle grandi città proposte, quindi vista come essenziale per lo sviluppo di una cura. Il rapporto tra i due diventerà familiare e lo sviluppo dei due personaggi è riconosciuto come uno dei più toccanti, significativi e realistici nel campo. Il gioco va ben oltre la concezione a cui siamo abituati di videogame e questo è lampante giocando il secondo capitolo. In “The Last of Us Part II” sarà possibile vestire direttamente i panni di Ellie, ormai diciannovenne, seguendo la sua sete di vendetta per dei torti, estremamente impegnativi da vivere dietro lo schermo, subiti nei primi momenti del gioco: entreranno in ballo questioni morali e tutto sarà sulle spalle di chi ha il controller in mano, che si troverà spesso a dei bivi non indifferenti. Lo sviluppo della tecnologia è poi netto e la fluidità è superiore: sono state introdotte nuove modalità di combattimento corpo a corpo e i particolari sono ben più nitidi; è andato tutto in crescendo.

È proprio questo crescendo che terrorizzava, fino a qualche settimana fa, i giocatori più fedeli: la Naughty Dog aveva annunciato che sarebbe stata realizzata una serie tv, ma il sentimento di sfiducia era proliferato dallo scorso anno quando la stessa casa di produzione aveva messo il proprio marchio su “Uncharted”, il film con Tom Holland, basato proprio su un’altra serie di videogiochi, che era risultato fin troppo fedele alla versione originale, sfociando nel banale. In questo caso potremmo definire come una fortuna questa fortissima somiglianza: TLOU è di per sé molto cinematografico e non poter prendere parte attivamente ai combattimenti non sembra essere – dopo quattro episodi andati in onda per la HBO, dal 16 di gennaio – un problema, tutt’altro. La tensione non manca, la ricostruzione è fedele e gli espedienti narrativi inseriti per adattare il tutto al piccolo schermo, come sostituire le modalità di contagio da spore a filamenti, onde evitare di avere degli attori con una perenne maschera antigas sul viso, sembrano funzionare. Il cast, poi, è stato scelto in maniera più che consona: Joel è interpretato da Pedro Pascal, un nome per nulla nuovo e all’apice della sua carriera, con all’attivo film come Wonder Woman 1984 e serie come The Mandalorian o Game of Thrones; per Ellie la scelta è caduta su Bella Ramsey che, nonostante la giovane età, è già stata centrale in serie come Game of Thrones e The Worst Witch.

Si può dire che per i numerosissimi fan, in attesa spasmodica da anni per questo momento, i primi due episodi – che coprono una piccolissima parte del primo capitolo – sono risultati in un grande sospiro di sollievo generale: il rischio era di veder rovinato un titolo davvero amato. La serie si presta bene anche alla visione di chi non è avvezzo alle console, perché – essendo un adattamento – copre la storia dall’inizio, in maniera anche più chiara.

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venerdì 28 Marzo 2025