Senza confini – Ebrei e Zingari

Senza confini – Ebrei e Zingari

La cornice è una piazza del centro storico di Ruvo di Puglia. Siamo al Talos Festival – la melodia, la ricerca, la follia, un crocevia di bande provenienti da diversi luoghi del mondo.

La voce che ci attira e ci cattura per una serata nomade è quella di Moni Ovadia: sullo stesso leggio testi per le letture dal romanzo L’ebreo errante di Eugéne Sue e la canzone Il cuore è uno zingaro di Nicola di Bari, accostamento che già vale il biglietto dello spettacolo. Il dramma e la leggerezza.
Stanno insieme gli ebrei e gli zingari, come suggerisce il titolo del recital-concerto, le barzellette yiddish e la musica gitana. Insieme perché hanno in comune qualcosa che non hanno: una terra.
La condizione di nomade pare invitare alla leggerezza, perché le radici anziché trovarsi in un luogo si inerpicano sull’aria delle tradizioni.
Canti, musiche, storie rom (nella banda ci sono rom e rom-agnoli, ci dice la voce narrante di Ovadia), sinti ed ebraiche: tutte a dirci come si può vivere la vita a ritmi movimentati, stando in un’orchestra di grande successo o con un cappello per la strada. È lo stesso, perché chi non ha una terra non è interessato neanche ad avere uno status.

Una curiosità: tra i testi letti uno che ha la voce di chi non è felice nel vedere la gente che arriva, sembra quasi di sentire certi politici delle nostre parti. Invece le parole sono un po’ più antiche e scritte dagli americani che, indovinate, se la prendono con gli immigrati italiani! Come a dirci che la storia ci insegna che non ci resta che accogliere, e a suon di cymbalon (strumento a corde di origine orientale) condividere il dilemma “andare o restare” anche con chi una terra propria non ce l’ha, magari dandogli un pezzo della “nostra”.

La Moni Ovadia Stage Orchestra è composta da: Ivanta Baltenau, Marian Tanasache, Virgil Tanasache, Ennio D’Alessandro, Massimo Marcer, Albert Florian Mihai, Paolo Rocca, Marian Serban.

Cultura
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lunedì 21 Ottobre 2024