Quando Sanremo regala emozioni
Lo ammetto: sono una dei pochi detrattori rimasti del Festival della canzone italiana. Sarà l’eccesso di stravaganza, l’utilizzo spregiudicato dell’auto-tune o semplicemente l’età che avanza ma negli ultimi anni, nonostante il successo di Amadeus e gli ascolti in crescita costante, la stragrande maggioranza delle canzoni presenti mi è sembrata molto insipida.
Ovviamente sarebbe sbagliato fare di tutta l’erba un fascio e non sto dicendo che boccio il Festival nella sua totalità. In modo particolare a questa settantacinquesima edizione riconosco una qualità che mancava da qualche tempo e che mi ha piacevolmente colpita. Già dopo la terza serata si era infatti verificato più di un episodio di grande spettacolo con tutti i crismi del caso: interpretazione musicale, canora ed emotiva di forte impatto. Ecco quindi quelli che secondo me sono gli highlights di Sanremo 2025.
Partendo dalla prima serata e pescando tra le canzoni in gara non si può ascoltare Quando sarai piccola di Simone Cristicchi senza che la commozione e il coraggio del suo interprete non arrivino come un pugno allo stomaco. Dedicata alla madre, malata di Alzheimer, è un vero e proprio inno all’amore di un figlio che la malattia ha costretto in un rapporto a ruoli invertiti. Con dolcezza e tatto il cantautore romano tocca così un tema scomodo eppure attualissimo, descrivendolo dal punto di vista di chi è costretto a portarne il pesante bagaglio emotivo in prima persona.
Di un altro legame familiare, quello tra padre e figlia, parla invece il cantautore cosentino Brunori Sas che ne L’albero delle noci infonde tutto il suo amore paterno, senza timore di dimostrare i propri limiti in quanto essere umano. Attraverso una serie di metafore di forte impatto visivo insegna che anche un genitore può sbagliare ma che essere una famiglia significa sapersi capire.
Altri momenti di grande emozione giungono poi dagli ospiti, a cominciare dal duetto tra l’israeliana Noa e la palestinese Mira Awad che, prendendo in prestito Imagine di John Lennon, cantano in arabo, israeliano ed inglese il loro sogno di pace, di una terra senza confini e di un unico popolo.
Il messaggio di pace e d’inclusione viene ribadito nel corso della terza serata dai ragazzi disabili di Dario D’Ambrosi che con il loro Teatro patologico dimostrano di essere “più forti della bomba atomica, perché hanno il coraggio di guardarsi negli occhi”, a differenza di chi perpetra le guerre.
Il momento più toccante di tutti arriva però con la dedica omaggio al monumentale Lucio Dalla di Damiano David – ex vocalist dei Måneskin, che ha ora intrapreso la carriera da solista -. Visto su schermo in un elegante bianco e nero, ha commosso pubblico dell’Ariston e da casa con Felicità, accompagnato dall’interpretazione dell’attore romano Alessandro Borghi che sussurra silente il meraviglioso testo della canzone all’orecchio di un bambino, Vittorio Bonvicini, che lascia il palco in lacrime. Come lui Damiano, che ringrazia tutta la platea in piedi e si allontana in uno scroscio di applausi.
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venerdì 11 Luglio 2025