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Oscar 2022: che diavolo è successo?

Gli Oscar vanno in soffitta per altri dodici mesi: appuntamento a febbraio-marzo 2023. O così, almeno, avrebbe sperato di poter dire l’Academy stamattina. E invece Will Smith ha deciso che valesse la pena tentare di tenere alto il buzz attorno alla cerimonia un po’ più a lungo. Donde l’abietto cazzotto tirato a Chris Rock e le conseguenze che questo avrà nei prossimi giorni in primis sullo stesso Smith. Ma su questo non mi soffermo. Cercherò piuttosto di fotografare la 94esima cerimonia degli Oscar da un punto di vista meramente cinematografico. Chi ha vinto? Chi ha perso?

Cominciamo subito sgombrando il tavolo dalla necessità di dare giudizi netti e generali: anche quest’anno la cerimonia degli Oscar non ha brillato per ritmo e divertimento. Troppe le lungaggini, troppo il cringe (cioè il cercare di far ridere a tutti i costi). Sempre meno persone seguono la diretta televisiva degli Oscar e, nonostante il tentato cambiamento (nessun presentatore, un presentatore, tre presentatrici, nuova location, vecchia location ma nuova disposizione dei posti), sembra mancare la volontà di cambiare veramente.

A una cerimonia trita e noiosa (pepata da radi momenti, come il sopracitato alterco Smith-Rock) si aggiunge un’annata cinematografica piuttosto fragile. Le premiazioni hanno riflesso perfettamente la diffusa debolezza dei film in gara. Nelle categorie principali nessuno si è imposto con nettezza: i giurati hanno preferito distribuire i premi in maniera abbastanza equa, cercando di accontentare tutti. I segni del cuore – CODA ha vinto come miglior film, mentre Jane Campion si è aggiudicata l’Oscar per la miglior regia grazie a Il potere del cane. Molto prevedibili i premi dati agli attori e alle attrici: Will Smith (protagonista in Una famiglia vincente) e Troy Kotsur (non protagonista in I segni del cuore – CODA), Jessica Chastain (protagonista in Gli occhi di Tammy Faye) e Ariana DeBose (non protagonista in West Side Story). Le due sceneggiature – originale e non originale – sono andate rispettivamente a Belfast (scritto e diretto da Kenneth Branagh) e a I segni del cuore – CODA (scritto e diretto da Sian Heder).

Il mastodontico film fantascientifico di Denis Villeneuve, Dune, si accaparra quasi tutti gli Oscar tecnici: miglior fotografia, colonna sonora, montaggio, effetti speciali, scenografia e sonoro. Nessuno è riuscito a vincere altrettante statuette quest’anno. Una parziale sorpresa in ambito sonoro: Encanto non è riuscito a vincere l’Oscar per la migliore canzone (Dos Oruguitas), che è andato invece a Billie Eilish e a Finneas O’Connell per No Time To Die. È rimasta completamente a bocca asciutta l’Italia. Molta attesa (ma poche speranze) c’era in particolare per la categoria del miglior film internazionale, nel quale compariva anche È stata la mano di Dio. L’Oscar è però andato al giapponese Drive my car.

Cultura
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giovedì 28 Marzo 2024