Luoghi che ospitano identità
Le Gallerie d'arte
Entrare con timore reverenziale ed essere inondati da una quantità imprecisata di fantasmi, personaggi più o meno esistenti, forme: questo l’effetto che può fare una Galleria d’arte nel momento in cui varchiamo la soglia. Un luogo inizialmente freddo, con stanze vuote, che si trasforma a ogni esposizione raccogliendo il calore di artisti sempre diversi, per mostrare al pubblico le loro identità.
«Tra artista e galleria dovrebbe instaurarsi un rapporto osmotico. L’una deve contribuire alla valorizzazione dell’altro» dice Tiziana Tommei, curatrice della Galleria 33 di Arezzo. Poco meno che trentenne e non senza difficoltà, nell’aprile 2013 Tommei decide di aprire uno spazio in città per «promuovere l’arte e la cultura in genere. Credo nei nuovi talenti e io amo lavorare per loro, per farli conoscere». Un mix equilibrato di «dovere e passione» che può stare alla base di ogni galleria, perché se è vero che noi vediamo la faccia più poetica di ogni mostra, bisogna anche riconoscere tutto un lavoro di organizzazione che permette la sintonia sperata tra l’artista e le sue espressioni. Un’altra parte fondamentale è la scelta del taglio stilistico che si vuole dare alla galleria; pur ospitando l’arte in generale, il curatore deve decidere a chi dare visibilità: «In un anno di mostre ho esposto artisti molto diversi e spaziato dall’installazione alla fotografia, dalla pittura al design fino ad altre forme di espressione creativa – dice la curatrice. Ho seguito il mio istinto. Non ho mai esposto grandi nomi perché credo che questo mi porterebbe fuori dalla missione che perseguo». Spesso le Gallerie italiane si dedicano solo alle firme più famose, dimenticandosi che la nostra identità artistica non si è esaurita nel Novecento (o, peggio ancora, nel Cinquecento), semplicemente è cambiata. «Secondo me le Gallerie dovrebbero rischiare di più. Dovrebbero esporre ciò in cui credono e non puntare esclusivamente su nomi noti con un sicuro valore di mercato» dice pur ammettendo che non è semplice. E, ancora una volta, si ritorna allo slogan puntare sui giovani, dar loro fiducia, perché accanto ai grandi attori del passato possano coesistere anche i nuovi artisti, che forse saranno tra le ispirazioni del futuro. Lo stesso pubblico da Galleria non è solo l’intenditore, ma anche «il curioso, lo studente», tutti legati dalla ricerca «del bello, di stimoli e direttive».
Scoprire o riscoprire Gallerie, quindi, per interagire con mondi diversi o inaspettatamente simili.
Infine, un appello di Tiziana Tommei ai giovani artisti: «Fatevi avanti! – e – viva l’arte, l’arte è vita».
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mercoledì 13 Novembre 2024