L’ISPETTORE GENERALE: GOGOL INTERPRETATO DA PAPALEO

Scritta nel 1836 da Nikolaj Gogol, dal 9 al 12 novembre 2023 è andata in scena al Teatro Sociale di Trento l’attualissima commedia satirica L’ispettore generale, adattata dal regista Leo Muscato. Assoluto capolavoro della drammaturgia russa, al suo debutto sconvolse a tal punto l’opinione pubblica che lo stesso autore si sentì in dovere di intervenire, producendo una serie di testi che ne spiegassero il significato.

Il tema trattato non era nuovo: la corruzione e l’abuso di potere dei burocrati statali nella Russia zarista. La storia è infatti ambientata in un paesino ai limiti dell’impero dove il podestà e la sua cerchia di fedelissimi la fa da padrone, costringendo i commercianti a donare loro mercanzie pregiate, frustando vedove di guerra e accettando mazzette in cambio di favori. Nel mentre gli uffici del tribunale sono stati adibiti in parte ad azienda agricola e allevamento di levrieri da caccia, e in parte ad archivio di pratiche inevase da anni. L’ospedale si presenta insalubre e gestito da un’infermiera non interventista, convinta che la vita e la malattia debbano seguire il proprio corso naturale. La scuola è amministrata da un direttore balbuziente, incapace di gestire un corpo docenti troppo zelante, e l’ufficio postale va avanti a suon di ubriacature e lettere aperte prima di essere recapitate.

La pietra dello scandalo fu il modo in cui tutto questo venne presentato: per la prima volta non vi era la presenza di alcun personaggio positivo, né una netta condanna delle meschinità umane. La trama, in piena linea con la commedia degli equivoci, prende il via da una notizia sconcertante: da San Pietroburgo sta per arrivare un ispettore generale in incognito, pronto a notare e a sanzionare tutto ciò che non funziona nell’amministrazione cittadina. E così, quando i funzionari scoprono che alla locanda risiede un uomo che se ne sta tutto il giorno senza far nulla e che non salda il conto, non può che essere lui il servitore dello Stato! Da qui in poi è un susseguirsi di incomprensioni, maldestri tentativi di corruzione e truffe conclamate.

A vestire i panni del Podestà in questo adattamento troviamo un Rocco Papaleo convincente ma non entusiasmante, esattamente come il cast che lo affianca. Nonostante la scrittura brillante – che sul finale si tinge anche di un velo di interessante metateatro – e una scenografia accattivante che riesce a trasportare lo spettatore direttamente nel gelo della steppa russa, lo spettacolo risulta godibile ma mai avvincente. L’ironia strappa qualche risata qua e là ma senza lasciare quella sensazione frizzantina tipica della satira ben riuscita.

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mercoledì 9 Ottobre 2024