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L’intramontabile Sherlock Holmes

La parola inglese detective deriva dal verbo to detect ossia rilevare, individuare, scoprire; tre verbi facilmente riconducibili al detective per antonomasia: Sherlock Holmes.

È la penna di Sir Arthur Conan Doyle – alla fine del XIX secolo – a dare vita all’investigatore più famoso di tutti i tempi. Il personaggio, nel tempo, prende addirittura il sopravvento sul suo creatore al punto che, quando quest’ultimo decide di liberarsene raccontandone la tragica fine – nell’episodio L’ultima avventura –, il pubblico insorge. Si narra infatti di annullamento degli abbonamenti alla rivista di pubblicazione, di fasce di lutto al braccio e persino del disappunto espresso dalla Famiglia Reale. L’autore è quindi obbligato – anche a causa di pressioni da parte dell’editore – a inventare uno stratagemma per far rivivere il suo beniamino e a svelare, con il racconto La casa vuota, gli anni in cui il detective, dopo essere scampato alla morte, rimane nascosto per proteggere un segreto di stato.

Ispirato non a un investigatore, bensì a un dottore tra le conoscenze di Doyle, Sherlock è un personaggio davvero particolare: presenta un vasto interesse letterario filosofico, oltre a conoscenze in vari campi che lo aiutano a risolvere anche i casi più spinosi, applicando il metodo scientifico; sa praticare numerose arti marziali, soprattutto orientali, e suona magnificamente il violino. L’unico buon rapporto intrattenuto da Holmes è con il fido Watson, altrimenti risulta infatti emotivamente distaccato e disinteressato nei confronti di qualsiasi relazione umana. Non fanno eccezione né il fratello Mycroft, né gli agenti di Scotland Yard, con i quali collabora mettendone però sempre in dubbio le capacità, prendendosene gioco.

Sherlock Holmes, dal primo episodio Uno studio in rosso, è protagonista di 4 romanzi e 56 racconti – il cosiddetto Canone – che hanno contribuito a trasformarlo in un’icona del giallo deduttivo, oltre che in ispirazione per numerosi altri personaggi, sicuramente riconosciuti dagli amanti del genere: da Hercule Poirot a Guglielmo da Baskerville (in Il nome della rosa), dal burbero Dottor House al particolare Adrian Monk. Dal 1887, anno di pubblicazione del primo racconto, sono state innumerevoli le trasposizioni cinematografiche – all’incirca 235 – e molteplici gli attori – una settantina – che hanno vestito i panni del famoso investigatore londinese.

Numerosi sono anche gli apocrifi che si cimentano – soprattutto dopo la morte di Doyle e in seguito alla scadenza dei diritti d’autore – nel raccontare le avventure di Holmes. Esiste però una serie di regole da seguire per trattare del personaggio: rispetto della realtà storica, nessuna contraddizione con ciò che è già stato scritto, attenzione a non sovrapporsi temporalmente a momenti già raccontati.

Questo continuo far rivivere Sherlock Holmes, in aggiunta ai veri e propri pellegrinaggi con meta la sua fittizia abitazione al numero 221B di Baker Street e le Reichenbach Falls in Svizzera (dove si consuma l’apparente tragedia), dimostrano quanto il suo fascino rimanga intramontabile.

Cultura
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mercoledì 6 Dicembre 2023