Libri su due piedi alla Human Library

Quante volte avete sentito parlare di una persona definita “un libro aperto” o qualcuno vantarsi di “saper leggere le persone”? Questi modi di dire attualmente non sono più solo tali, poiché esiste una vera e propria human library. Sì, avete capito bene, una biblioteca (library non si traduce letteralmente con libreria, ma con biblioteca) umana. Come suggerisce il nome, qui a essere presi in prestito non sono libri, bensì esseri umani in carne ed ossa, con le loro storie e i loro vissuti.

Human Library è un’organizzazione no profit e movimento internazionale che vede la luce nell’anno 2000 al festival musicale Roskilde, non lontano da Copenaghen, per mano di Ronni Abergel. Oggi il progetto si è diffuso in 80 paesi, tra cui l’Italia: in Toscana è stata riconosciuta ufficialmente la prima human library della nostra penisola, altre se ne possono trovare a Verona, Treviso, Milano e in varie città da nord a sud. Il fatto che, però, tutto nasca in Danimarca, non è un caso: in questo Paese, infatti, la biblioteca ha uno spiccato ruolo sociale come collettore di comunità e vivo centro culturale.

Una biblioteca come tutti la conosciamo contiene i libri che, grazie a ciò che raccontano, ai personaggi che presentano e alle situazioni che descrivono, sono in grado di intrattenere, commuovere, insegnare. Ugualmente fanno le persone alla human library, una sorta di spazio-tempo in cui è possibile ascoltare la storia di qualcun altro, scegliendola da un vero e proprio “catalogo” con diversi titoli, corrispondenti a caratteristiche del vissuto. Non si tratta di un luogo fisico, ma di un’occasione organizzata in luoghi quali librerie, musei, scuole, o durante festival ed eventi. Il prestito è quindi un incontro di trenta minuti tra lettore/ascoltatore e narratore.

Le parole chiave – corrispondenti ai valori centrali del progetto – sono inclusione, ascolto e confronto. Su questi concetti si basa l’obiettivo principale della human library, ossia ragionare sulle diversità e sul disagio sociale, allo scopo di eliminare qualsiasi tipo di giudizio e pregiudizio, tramite il dialogo con persone lontane e diverse dal modo di essere e dal vissuto del lettore. Nella vita di tutti i giorni tendiamo, infatti, a confrontarci con persone simili a noi, con esperienze che non si discostano molto dalla nostra; con la human library è invece possibile ascoltare e comprendere chi da noi non solo è distante, ma che nella vita ha avuto esperienze particolari di esclusione, stigma e stereotipo. Entrare in contatto con queste persone ascoltandone le storie suscita delle emozioni da cui è possibile trarre insegnamento e arricchimento.

Esattamente come quando si legge un bel libro e si ha l’impressione che la nostra vita e quella dei personaggi si sfiorino, così succede nella human library, ma in questo caso accade veramente.

Cultura
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domenica 8 Dicembre 2024