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La storia da ascoltare: La macchia nera, il primo podcast della Fondazione Museo Storico del Trentino

Un racconto per episodi e a più voci – accompagnate da suoni, musica e audio d’epoca – per narrare l’ascesa del fascismo in Italia: questo è La Macchia nera. Come il fascismo è arrivato al potere, il primo podcast prodotto dalla Fondazione Museo Storico del Trentino, ascoltabile su tutte le principali piattaforme di streaming e su History Lab magazine.

Ideato da Davide Leveghi e Tommaso Baldo, il progetto nasce poco prima del centenario della Marcia su Roma, dall’idea di raccontare tramite date chiave, episodi salienti e luoghi teatro dell’azione il percorso che ha portato la “macchia nera” del movimento dei fasci a estendersi su tutta la penisola. In sei puntate, tra i dodici e i quindici minuti di durata, si ripercorre la storia dal 15 aprile 1919, dell’assalto al giornale socialista l’Avanti, una delle prime azioni di violenza squadrista, sino alla presa di Cremona del 1922, passando dagli scontri di Ferrara e Bologna del 1920, dai fatti della Val Padana e dalla spedizione punitiva per rappresaglia di Roccastrada, oltre che dal patto di pacificazione del ’21.

Il racconto termina a ridosso della Marcia su Roma, senza che di essa si parli. Scelta, questa, non casuale, come ci spiega Leveghi, uno degli autori, in una breve intervista: “Volevamo evitare di legarci troppo al centenario. Ci sembrava più stimolante, interessante e utile parlare della genesi del fenomeno del fascismo, di come viene formandosi e plasmandosi rispetto alle sfide che gli si pongono di fronte”. Da ciò che viene narrato, emerge che l’ideologia fascista fosse già forgiata e interna alla società italiana, sin dalla Prima Guerra Mondiale, dall’interventismo in poi è come se ci fosse, per utilizzare le parole dell’autore: “un filo rosso che lega quella che sarà l’esperienza fascista dai suoi esordi, da un piccolo movimento aggressivo nazionalista ma molto elitario, fino a divenire un movimento di massa che in qualche maniera accarezza e riesce a prendere con sé tutta una parte della società italiana che effettivamente ha tendenze autoritarie”.  Tendenze, queste, che si mettono in atto contro un altro movimento emergente in quegli anni, quello dei lavoratori che, dopo la Grande Guerra, “cercano uno spazio di democratizzazione della società, con la conquista di maggiori diritti”.

Ogni episodio del podcast parte con un aneddoto esemplare per raccontare alcuni passaggi determinati dell’ascesa del fascismo al potere; segue, poi, con una fase centrale di analisi e, infine, lascia spazio a una sorta di “copertina pop”, a cura dello storico Francesco Filippi. Lo spunto finale “pop” serve, come ci spiega Leveghi, ad “avvicinare quel passato, a vederlo raccontato anche tramite la lente di immaginari legati ad alcuni prodotti culturali famosi come serie tv, film e fumetti, conosciuti e mainstream”.

A fianco di Leveghi, Baldo e Filippi, alla realizzazione di questo podcast hanno collaborato anche Sara Zanatta, Denis Pezzato, per sound design, editing e registrazioni, Matteo Gentilini per la produzione, Maura Pettoruso come Vocal Coach e Angelo Naso, compositore di Trento, per le musiche.

Cultura
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