La mia vita tra musica e parole, intervista alla cantautrice Chiara Veronese
A farle fare un bagaglio al volo probabilmente porterebbe con sè le canzoni di Lucio Dalla, di Brunori Sas e del “Boss” Bruce Springsteen. Sicuramente una penna, un quadernetto su cui annotare le idee, i tanti concerti live e tutti quegli incontri ed esperienze di vita che “nutrono” quotidianamente la sua ispirazione. Chiara Veronese, 24 anni, giovane e talentuosissima cantautrice bolzanina, laureata in canto Pop Rock all’Accademia musicale CPM di Milano, ha recentemente pubblicato il suo nuovo singolo “Rimani sotto la pioggia” che fa seguito a “Milano sta sveglia” del 2020. Numerosi i premi e i riconoscimenti ottenuti in vari contest ed eventi in tutta la penisola – tra cui il recente podio al “Winto Klong Euregio Festival 2021” – e tanti progetti per il futuro, con la consapevolezza dell’unica cosa a cui non potrebbe mai rinunciare: la musica, «compagna di vita a prescindere da tutto».
Chiara, andiamo all’origine: quando è iniziata la tua grande passione per il canto e la musica?
«Fin da giovanissima, sono cresciuta a pane, Pink Floyd e cantautori. Durante i viaggi in famiglia la musica non mancava mai e la casa era piena di dischi. Cantavo sempre sopra le canzoni, così i miei genitori decisero di iscrivermi ad un corso di canto. Ho iniziato a cantare in un coro alle elementari, poi ho frequentato corsi di canto individuale ed infine ho scelto di dedicarmi allo studio professionale della musica, laureandomi in canto pop rock a Milano.»
Non solo musica ma anche e soprattutto parole: come nasce una tua canzone?
«Nei miei pezzi a nascere per primo è il testo: appunto le idee che arrivano – in tram, in metro o mentre ascolto musica – e poi pian piano prende forma l’idea. Successivamente arriva la musica che però non è assolutamente secondaria: la considero il vestito per valorizzare le mie parole e per questo do grande importanza all’arrangiamento dei brani.»
“Milano sta sveglia” e “Rimani sotto la pioggia” sono canzoni in apparenza diverse ma unite da un filo rosso: la voglia di comunicare un messaggio partendo da racconti di vita quotidiana…
«Questo è vero, entrambe le canzoni nascono da momenti di vita vissuta. “Milano sta sveglia” è quasi un flusso di coscienza, una riflessione, una contrapposizione tra il mio io interiore e l’esterno all’arrivo in una città nuova: mi resi conto che, nonostante spesso venga descritta come grigia e industriale, Milano è in realtà calda e in grado di accogliere e nutrire i suoi figli come una madre. “Rimani sotto la pioggia” è invece la condivisione di un’esperienza personale, scritta pensando ad un amico che stava attraversando un periodo di “pesantezza”: è un inno al cambiamento, un invito a rompere la routine e la monotonia per invitarlo a riscoprire i suoi 25 anni, cercando di uscire dalla comfort zone e ritrovarsi.»
Un brano che invita a ritrovarsi calza a pennello se ripensiamo ai mesi difficili che abbiamo attraversato. Come hai vissuto, anche dal punto di vista artistico, questa situazione?
«È stato un anno difficile e ho fatto molta fatica a scrivere nuove canzoni. Ho cercato di utilizzare questo periodo per lavorare su testi che avevo già iniziato e ultimare alcuni progetti. La stessa “Rimani sotto la pioggia”, nonostante risulti di grande attualità, era stata scritta in precedenza. Come artista posso dire di aver sofferto abbastanza, la sensazione era che mi mancassero delle immagini: viaggiare, incontrarsi, interagire, andare ai concerti sono aspetti del vivere quotidiano che nutrono l’ispirazione. Mi manca moltissimo anche il live ed il contatto con il pubblico: non c’è paragone tra il pubblico reale e quello virtuale.»
Due indizi non sono una prova, ma quasi: dopo i due singoli c’è in programma un album?
«Naturalmente pubblicare un album è il mio “sogno nel cassetto”, da realizzare però solo quando sarà il momento giusto: non voglio assolutamente bruciare le tappe. Sto lavorando a brani nuovi e appena si potrà il proposito è quello di esibirmi il più possibile per presentare al pubblico le mie canzoni e, perché no, dare vita a nuove collaborazioni.»
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lunedì 13 Gennaio 2025