LA LEGALITA’ CONTRO LA MAFIA AD ALGHERO
Il 14 marzo 2025 negli spazi del Quarter ad Alghero si è tenuta una conferenza sulla legalità, organizzata dalla libreria Cyrano, nell’ambito del festival ‘Dall’altra parte del mare’.
Alla presenza di Giovanni Impastato, fratello di Peppino, morto per mafia nel 1978, una professoressa, Mari Albanese, che ha scritto un libro dal titolo ‘5 vite’, Victoria De Lisi fidanzata di Vincenzo Fabio Li Muli, un agente morto con Borsellino e Angelo Garavaglia, persona che si è spesa per ritrovare l’agenda rossa scomparsa dopo la morte del giudice palermitano e cofondatore dell’associazione Agende rosse.
Gli ospiti hanno raccontato le storie dei loro parenti che sono morti a causa della mafia. Ha iniziato Giovanni Impastato che ha ricordato l’infamia e i depistaggi che hanno coinvolto per lungo tempo la morte del fratello, ridotto ad essere un drogatelloterrorista e la triste coincidenza di essere morto lo stesso giorno di Aldo Moro, quel 9 maggio del 1978 che ne ha oscurato la portata mediatica nazionale riducendolo a poco più che un trafiletto sui quotidiani. Peppino Impastato era un giornalista e attivista che faceva radio, noto per le sue denunce contro l’attività di Cosa Nostra. Il principale problema di Peppino era che la mafia ce l’aveva in casa, suo padre era un mafioso. Dissero che era morto mentre preparava un ordigno esplosivo. Il fratello adesso va in giro a divulgare chi fosse veramente Peppino grazie ai libri che ha scritto, ai film, alle canzoni. In Sicilia, a Cinisi, dove la famiglia Impastato è cresciuta, adesso al posto della casa famigliare c’è Casa Memoria, un luogo che serve a ricordare Peppino ma anche un simbolo contro la mafia, voluto dalla madre Felicia. Casa Memoria è situata esattamente a 100 passi da Casa Badalamenti, casa di un mafioso legato a Cosa Nostra. Per ogni passo che si fa in questo percorso c’è una pietra d’inciampo che non riporta nome e cognome, data di nascita e di morte di una vittima di mafia, né croci, ma una frase di una vittima. La prima frase che appare uscendo da Casa Memoria è quella di Felicia Impastato che dice ‘La mafia si combatte con la cultura non con le pistole’. Ci sono poi frasi di Falcone, Borsellino, di Piersanti Mattarella, dell’Antigone e prima di entrare a Casa Badalamenti c’è una frase di Dante.
Poi è stata la volta di Mari Albanese che ha scritto il libro ‘5 vite’, dove racconta le vite spezzate della scorta di Borsellino ricostruendole attraverso i loro famigliari, dice di averlo scritto perché non sopportava che venissero definiti eroi. La scorta in realtà era formata da 6 persone, solamente un uomo riuscì a salvarsi dalla strage perché uscì dall’auto per primo. Salvarsi per modo di dire perché porta sempre con sé il peso delle morti dei suoi compagni. Le vittime sono: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Vincenzo Fabio Li Muli. Erano tutti giovanissimi, il più anziano aveva 41 anni. Emanuela Loi era sarda aveva 25 anni quando morì.
La professoressa ha riferito che la mamma di Paolo Borsellino, non appena seppe della strage fu accompagnata dai vigili del fuoco dalla sorella di Paolo, Franca, che non appena la vide, abbracciandola le disse ‘ora devi andare dalle famiglie delle vittime della scorta e chiedere scusa a nome della famiglia Borsellino’.
Poi c’è stato il momento più toccante, quando ha parlato Victoria De Lisi, fidanzata di Vincenzo Fabio Li Muli. La donna ha raccontato del momento in cui seppe della morte del compagno: era in casa la chiamò prima la vicina poi il fratello per sapere se Fabio fosse con lei. Victoria si chiese il perché di quella domanda, il fratello le disse di accendere la televisione. Sentì dell’attentato a Borsellino ma non dissero i nomi degli agenti della scorta, in serata arrivò la conferma che Fabio non c’era più. Lei e la famiglia di Fabio andarono all’ospedale ma il personale disse loro che non c’era più niente da abbracciare, era meglio che non vedessero ciò che rimaneva del figlio. A settembre 1992, due mesi dopo la strage, la madre di Fabio chiamò Victoria e le disse che dovevano andare a prendere un regalo per Victoria perché Fabio stava risparmiando soldi per il suo compleanno. Victoria oggi dice che non sa che farsene di un dono che il suo amato Fabio non potrà mai vederle addosso. Victoria ha scelto la solitudine dopo quel fatto e mentre raccontava, a 33 anni di distanza, ha ancora la voce tremula e quando parlava faceva delle brevi pause.
Questa è la storia di uomini ma anche di grandi donne come Felicia Impastato, Maria Pia Lepanto, madre di Borsellino, sua sorella Franca, Victoria De Lisi e la madre di Vincenzo Fabio Li Muli e tante altre, che hanno affrontato situazioni più grandi di loro con dignità.
Questo incontro è stato a tratti da pelle d’oca, ascoltare le testimonianze da persone che hanno vissuto quelle situazioni in prima persona toglie il fiato, e fa riflettere molto su ciò che è stato.
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mercoledì 30 Aprile 2025