“Io mi libro” di Alessandro Pagani: un nuovo approccio all’ironia.
Il giocoliere delle parole
Quando sono venuta in possesso di “Io mi libro” di Alessandro Pagani, mi sarei aspettata tutto fuorché un libro dedicato all’umorismo. Non che il verbo “librare” non si adatti al pensiero di comicità, ma l’idea di sollevarsi in aria ed il disegno di copertina richiamavano maggiormente concetti legati alla poesia, al fantasy, al racconto.
Riflettendo nello specifico però, l’arte di saper far ridere richiede in maniera quasi simile un distacco ideale dal mondo, che non vuol dire allontanarsi dalla realtà. Prima di tutto perché per parlare di comicità penso sia necessario svuotare l’animo dalle pesantezze opprimenti della vita, diventando quindi più leggeri; in secondo luogo perché ritengo che solo con un giudizio neutrale ed un’analisi distaccata, ma non fredda, si possa ridere di temi complicati senza cadere nello scontato o nel ridicolo.
In questo volume di 80 pagine circa, edito da “96, Rue de la Fontaine”, Pagani riesce nell’intento, concentrando nelle 500 frasi sofferenza e gioia, inquietudine e impudenza, riflessione e leggerezza, regalando al lettore momenti esilaranti puri alternati a periodi di maggiore meditazione, tant’è che alcune frasi necessitano una rilettura prima di essere elaborate del tutto. Attraverso le freddure contenute nel libro, Pagani smitizza temi riguardanti l’attualità e il costume, la cronaca e gli eventi quotidiani, i luoghi comuni e le esperienze vissute, dando vita ad un personalissimo teatro grottesco dove i personaggi potremmo essere tutti.
Nello scorrere le pagine di questo libro, non si può non notare l’apparente disordine degli argomenti trattati, che al contrario dimostrano la trasversalità nell’osservare la natura umana vivendo e non restando seduto a guardare in modo distaccato, come da una finestra virtuale, che pone distanza tra le persone e gli eventi. Alessandro Pagani è una spugna che assorbe ogni sensazione al suo passaggio, divertendosi poi a giocare con il lessico italiano con la maestria di chi approda alla scrittura dopo un allenamento durato tutta una vita.
“Io mi libro” è un modo piacevole, alternativo e allo stesso tempo costruttivo per osservare l’ambiente circostante da altre angolazioni, che non siano di fatto quelle prevedibili di tutti i giorni a cui siamo forse troppo abituati, e che ci impediscono di far volare in alto la nostra fantasia.
In chiusura al libro, trovano posto anche le classifiche personali delle cose più assurde, e quello che considero un ‘regalo’ dell’autore: un breve racconto che in realtà sviluppa l’idea stessa del volo partendo da un sogno. Ma sarebbe troppo facile detto così, e ad Alessandro Pagani le cose facili non piacciono: ogni frase, ogni idea in questa parte del manoscritto è uno spunto per smascherare i molteplici sensi che le parole vogliono significare nella mente di questo ‘giocoliere del verbo’. Anche solo questo ‘gioiellino’ meriterebbe una pubblicazione a parte, ma questo ci fa capire un’altra peculiarità dell’autore: la sua grande generosità.
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domenica 8 Dicembre 2024