Intervista al rapper €obra: il vero riconosce il vero
Che “il vero riconosce il vero” lo hanno detto in tanti, e il mondo dell’hip hop è un testimone, sempre silenzioso, di quanto una delle sue tante massime, tra le più usate di sempre, sia una verità ben evidente. Quando si fa incetta della musica di un nuovo gioiellino nella propria scena musicale, il pensiero c’è sempre: un po’ di malizia non guasta mai e scavare nelle radici di un personaggio che si affaccia su questo mondo, sorge quasi spontaneo. Quando la propria ricerca porta alla provincia, a sentenze e racconti tanto crudi quanto intimi, c’è da pensare che epurato questo fatore, c’è da guardare quello che poi, del resto, conta più di tutto nella musica, come la fai: è per questo che €obra, all’anagrafe Achraf Kartti, non è passato di certo inosservato anche a dei big nel mondo del rap, per quanto preferisca non tenersi addosso l’etichetta di questo genere. Quando gli abbiamo chiesto di parlarci di lui, la sua risposta è andata oltre “piccolezze” come il nome effettivo o gli anni (è un classe 2002): lui ci ha parlato della sua musica. Di seguito potete trovare un’intervista al musicista foggiano di origini marocchine.
Raccontaci di te.
Sono nato a Foggia, è una realtà un po’ chiusa musicalmente, ma anche a livello di iniziativa è carente. Non c’erano esempi positivi che potessero “darmi” qualcosa, ho sempre fatto musica, dai primi freestyle fino a quando ho notato che i pezzi sembravano valere qualcosa. La mancanza di iniziativa del contesto ti rallenta, ma ti fa crescere con qualcosa in più: la fame. Un elemento inarrivabile, perché ti dà la spinta che poi, ad altri, manca. A 16 anni sono stato fortunato perché avevo la scuola si è seguita online, per via del Covid, così ho lavorato sulla musica. Ho avuto poi la possibilità di viaggiare, tra Roma e Milano, conoscendo i primi produttori e rapper, capendo i meccanismi; è un sistema complicato quello della musica. A Foggia lo facevo a livello amatoriale: ho capito che non ero pronto a farlo, se vuoi che sia fatto al meglio ti servono costanza ed idee. Ho capito anche che avere una collaborazione con un rapper non serve a niente, devi crearti un’identità tua, sono colori su una tela, devi essere tu l’opera d’arte: non ho mai voluto esaltare i miei pezzi ma credo di poter iniziare a fare sul serio. Per settembre ho in programma un progetto importante, il risultato di un percorso lungo anni.
A quale genere ascriveresti la tua musica?
Non la reputo trap, alcuni brani pubblicati lo sono ma la musica di nuova generazione è appunto di “Nuova Generazione”: tutti i generi convergono, dal pop in poi, non c’è una forma precisa. Guarda Orietta Berti, che è finita anche lei in questo filone, o Nino d’Angelo a Sanremo. Non so se sia un bene o meno, ma è bello vedere le varie sfumature che il genere assume.
Hai avuto un’esperienza negativa importante con la legge, quando la tua musica cominciava ad andare viral. Cosa credi che ti abbia insegnato questa situazione?
All’inizio ero titubante nel fare musica, aspettavo il momento giusto e questo mi ha tenuto fermo per tanto tempo. Ho capito l’importanza del tempo che scorre: ho iniziato a sedici anni, da allora sembra ne sia passato solo uno. Ho imparato quanto il tempo sia da sfruttare e di come sia già tardi, non aspetterò più “il momento giusto”. C’è un progetto, collaboravo con un produttore di rilevanza, avevo anche alcuni provini per dei feat importanti, poi accantonati: avevo bisogno di una mia identità, di avere delle certezze. I featuring che ho scelto ai tempi sono con gente che ascoltavo da piccolo, ogni singolo ha una sua storia, voglio continuare su questa traccia.
Cosa vuoi esprimere con la tua musica?
Il contesto in cui ero, e quello in cui mi sono spostato, che è quanto mi ha ispirato maggiormente. Voglio maturare un flusso mio senza dovermi appoggiare a qualcosa di già fatto: non è facile nascere a Foggia e fare la propria musica quando non vedi altre strade. Fare lo stesso a Milano è diverso, ma è la fame di cui parlavo prima che caratterizza la mia zona, come per altri talenti pugliesi: sono felice per rapper come Kid Yugi e altri. Credo nella Puglia, ma anche nella Calabria: ci sarà una nuova generazione di rap dal Sud Italia.
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mercoledì 22 Gennaio 2025