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Il “Concertozzo di fine sfiga” di Elio e le Storie Tese

Quattro anni. È durato ben quattro anni il digiuno delle “fave”, come amano definirsi i e le fan di Elio e le Storie Tese. Dopo il concerto di addio a Barolo del 29 giugno 2018, il Complessino di Milano non aveva più calcato alcun palcoscenico. Il merito della reunion d’eccezione va al Trio Medusa che, lo scorso 16 luglio, ha convinto gli Elii a esibirsi di nuovo dal vivo per beneficenza.

Infatti, l’intero ricavato (ben 100.000 euro) è stato devoluto a Cesvi, che destinerà l’assegno alla ripartenza di Buča, città dell’Ucraina: verranno effettuati interventi di riparazione e di ristrutturazione di strutture educative, per garantire il rientro dei bambini negli asili e nelle scuole, e verrà attivato un centro diurno che offrirà attività ludico-ricreative ad oltre 3.000 minori e un supporto psicosociale per il trattamento dei sintomi da stress post traumatico. La cifra raccolta si aggiunge ai 150.000 euro che il progetto #insiemeperlamusica aveva devoluto nel 2020 a 46 band emergenti per aiutarle nel periodo della pandemia.

Nasce da queste premesse il mitico “Concertozzo di fine sfiga” dello scorso 16 luglio. L’intenzione era di celebrare la fine delle restrizioni sanitarie legate alla pandemia, ma un pizzico di sfiga è arrivato lo stesso: il chitarrista del gruppo, Cesareo, è arrivato sul palco in sedia a rotelle perché proprio due giorni prima dell’evento è rimasto coinvolto in un incidente stradale in moto, fratturandosi il ginocchio. La reunion era però così attesa – probabilmente dagli Elii tanto quanto dai fan – che Civas ha ignorato il parere contrario dei medici pur di partecipare.

Come biasimarlo, del resto. I concerti di Elio e le Storie Tese sono un concentrato di talento, follia e divertimento già raro di per sé, ma reso ancor di più tale dall’eccezionalità dell’occasione. Gli assoli fenomenali di Cesareo; la velocità incontrollabile del batterista Christian Meyer; gli exploit di Faso (anzi, Fhasə), che riesce a trasmettere la sua inconfondibile ironia anche alle note del basso; il silenzioso apporto di Jantoman – accompagnato dal più irriverente Vittorio Cosma – alle tastiere; le acrobazie vocali dell’immensa Paola Folli e, ultimo ma non ultimo, il flauto magico e la voce di Elio. Menzione d’onore naturalmente per il fondamentale, statuario e dirompente contributo dell’architetto Luca Mangoni, non esattamente un membro degli Elio e le Storie Tese ma un grande Artista senza il quale i concerti degli Elii non sarebbero gli stessi.

Come dimenticare poi la comparsa di un volto che, al contrario, è stato membro del gruppo eccome, ovvero Rocco Tanica, pilastro nella storia del Complessino che si era però allontanato dalla ciurma da tempo. Averlo sul palco per gli ultimi brani è stato un regalo meraviglioso e a dir poco apprezzato.

Al termine del Concertozzo, il Trio Medusa ha giustamente redarguito gli Elii, esclamando: «Le vostre dimissioni sono respinte!». Mai parole furono più sentite e meritevoli. A questo punto, visti gli 8.000 biglietti polverizzati in 48 ore, è più che legittimo aspettarsi un’altra reunion a San Siro nel 2023. Giusto, Elio?

Cultura
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