Fuori Festival 2022: creatività e innovazione

Nell’ambito del Fuori Festival 2022 all’Itas Forum di Trento si è tenuto un evento con tre appuntamenti in uno sul tema Creatività e innovazione.

Il primo ha visto la partecipazione di Daniela Robba e Mauro Mastronicola, CIO e CEO di TwinOne, start up innovativa che crea prodotti di design e moda a partire dai loro gemelli digitali in 3D. L’idea di creare il software TwinOne SEE per i professionisti della creatività è partita nel 2006 dall’intuizione di coniugare le qualità grafico-visive dei videogiochi ad un’interfaccia intuitiva che accelerasse e facilitasse il processo creativo decisionale delle aziende di moda, design e arredo. Grazie ad un campionario digitalizzato di modelli e materiali in alta definizione è possibile visualizzare più versioni dello stesso prodotto per decidere quale mandare in produzione. Non solo, all’interno dello stesso software si può creare materiale grafico per campagne marketing e sondaggi da proporre agli utenti prima ancora di entrare in produzione, velocizzando i tempi di uscita sul mercato e limitando gli sprechi di materiale e risorse.

È toccato poi a Yuri Ferioli, cofondatore dell’etichetta Asian Fake, e Fausto Zanardelli, nome d’arte Fausto Lama, cantautore e parte del duo Coma Cose, che hanno presentato la loro idea di ambiente discografico tecnologico e umano allo stesso tempo. Il mercato della musica non si può misurare solo in termini numerici: ha un dovere etico nei confronti degli artisti che devono poter essere liberi di esprimere la propria individualità e la prioria personalità. Spesso andare controtendenza è la scelta giusta, come dimostra il successo di Coma Cose, del quale Zanardelli sottolinea come alle volte sia meglio giungere all’apice a piccoli passi per consolidare il rapporto con il pubblico.

C’è spazio anche per una piccola riflessione sui social durante la pandemia, che hanno permesso ad artisti prima sconosciuti di avere una carriera dignitosa in ambito musicale: una specie di palcoscenico virtuale.

L’ultimo intervento ha visto il bioartista Giuseppe Lo Schiavo, il fondatore di Space Farm, Alberto Finadri, il fondatore di Cryptoartitalia, Leopoldo Vendramin, e il CEO di Madhouse, Alessandro Innocenti, cercare di mettere ordine tra NFT, Blockchain, Metaverso e CryptoArte.

L’arte digitale risale agli anni ’80, dal momento in cui si sono iniziati ad utilizzare altri strumenti oltre a quelli tradizionali come pennello e scalpello: rappresenta pertanto una normale evoluzione nella storia dell’arte, di cui stiamo però vedendo gli effetti solo ora. Con NFTnon-fungible token, un prodotto digitale non riproducibile – e Blockchain – struttura dati condivisa e immutabile – si può infatti possedere un’opera d’arte digitale ed esibirla quando, dove e come si vuole. Gli NFT possono anche essere associati a delle opere fisiche e ciò implica che di esse non si perderà mai la paternità. Con la giusta formazione, poi, le aziende possono beneficiare della cryptoarte, sia come strumento di marketing che come veste estetica per le loro attività.

Lo Schiavo – attualmente in mostra al MUSE – conclude “per gli artisti lavorare nel digitale è un’opportunità sia in termini di fruizione delle proprie opere, sia di interdisciplinarità. La mia prossima impresa sarà portare la Cappella Sistina a Times Square, con un’installazione sostenibile.”

Cultura
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lunedì 21 Ottobre 2024