Eugène Atget (1857-1927) fotografo geniale e carismatico
Un innamorato di Parigi, questa potrebbe essere la più corretta definizione per il fotografo francese. Numerosi sono i suoi scatti scanditi in serie, come quelle dedicate agli interni o alla vecchia Parigi, per creare un archivio di sguardi sulla città.
Come per molti grandi, il suo funerale passò praticamente inosservato mentre ora è considerato uno dei maggiori fotografi di tutti i tempi.
Cattura i dettagli delle facciate, dei vicoli, delle antiche botteghe e delle vetrine (con manichini strepitosi!), spingendosi oltre i confini metropolitani. Relega le fermate del metrò Guimard e la Tour Eiffel a meri elementi di sfondo.
All’età di 35 anni abbandona la carriera di attore, cercando invano di diventare pittore, approda alla fotografia sulla base di semplici considerazioni pratiche e che questa tecnica non richiedeva un lungo addestramento. Il successo tarda ad arrivare, ma il 1898 diviene uno spartiacque nella vita di Atget. Inizia a ritrarre Le Vieux Paris (la vecchia Parigi), in cui racchiude la dedizione totale per le costruzioni pre-rivoluzionarie e si consacra anche alla vita sociale parigina creando la serie Paris Pittoresque et Petits Métiers, dedicate ai venditori ambulanti di Parigi, ritratti non come individui ma come rappresentanti della propria professione: qui si riscopre la dimensione dell’ex attore Atget. Riesce a ritrarre gli interni parigini, dalle ambasciate alle abitazioni private, con attenzione ai piccoli particolari, come il battaglio e le scale in ferro battuto degli alberghi.
Altri sono gli scorci di Parigi in cui compaiono i manifesti murali, elemento di disturbo per la tradizionale vita cittadina.
Molto suggestivo è il gioco di riflessi in Au Tambour (1908):
Antichi parchi simboli del glorioso passato parigino, scorci prospettici in giardini barocchi, la sua produzione è variegata, profonda ed estesa, risultando anche per i contemporanei di difficile comprensione. Un artista critico, il più spesso impegnato a cogliere nelle sue fotografie la cultura delle classi meno agiate, con grande capacità di osservazione senza preconcetti e ricco di creatività. Con uno sguardo intransigente che non dà troppa importanza alla perfezione tecnica, oggi il suo lavoro viene posto tra la fotografia topografica del XIX secolo e il documentarismo artistico del XX. Le sue fotografie sono un inventario di oggetti e un archivio di suoi sguardi. Ed è proprio questa dualità a renderle affascinanti.
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giovedì 12 Settembre 2024