“Enea” di Pietro Castellitto, la recensione del film
Secondo film di Pietro Castellitto non solo regista, ma anche protagonista in quest’opera di grande sensibilità e sperimentazione. Presentato nel 2023 in anteprima in concorso alla 80° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e convalidato da numerosi candidature ai Nastri d’Argento dello stesso anno.
“È meglio una migliore solitudine alla peggior unione”. Questa una delle farsi incipit della pellicola che ben riassume i temi trattati, ovvero ciò che lega indissolubilmente il protagonista alla vicenda narrata: l’amicizia. Sì, perché questo film s’incentra sulle vicende di due giovani ragazzi di buona famiglia: da una parte Enea e dall’altra l’amico Valentino. Questi ragazzi che da sempre vivono dentro ad un mondo distante dall’esterno, dalla realtà. Una vita ovattata ed estranea alla concerta esistenza che fa sempre solo da sottofondo, come il regista ben evidenzia tramite le particolari e ben realizzate scelte di regia, inquadratura e luci. Questo film, con le sue molteplici strategie di narrazione insieme a scelte di riprese focalizzate sull’estetica, vuole anche tramite la vista oltre che col copione portare un senso di libertà. La stessa libertà propria solo degli anni di gioventù; il suo senso di possibilità illimitate e senza condizioni. Il libero assoluto: “Nessun penitenziario dovrebbe essere costruito in modo tale da precludere… ad un recluso… la possibilità di poter evadere”. Tuttavia, la pellicola non tratta solo delle avventure/disavventure di Enea, ma anche il suo mondo sociale, come i locali notturni, le grandi feste, offrendo così una visuale a tuttotondo del protagonista e in generale dei giovani d’oggi. Poi la famiglia, a partire dalla figura del padre (Sergio Castellitto) che si pone come una fonte di calma temprata che si raggiunge solo tramite il compromesso; poi, in contraddittorio al padre, la figura della madre, simbolo stesso della dissoluzione del tempo della giovinezza… fino ad arrivare al fratello minore, incarnazione del disagio tipico dell’adolescenza. Un ritratto completo di un giovane uomo ancora immaturo e ricco di desideri impossibili.
Il regista, tramite queste ed altre figure, trasporta lo spettatore nel mondo del protagonista; nel suo proprio piccolo mondo dove il segreto, l’enigma della giovinezza si scontra con il mondo adulto: “Siamo mossi dalla stessa avidità e dalla stessa ambizione io e lei, direttore. Anzi lei è più cattivo […] lei le fa per il potere e non per la potenza”.
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martedì 24 Giugno 2025