EMANUELE MASI: “DIETRO LE QUINTE” PER ESALTARE LA CULTURA E I VALORI
Emanuele Masi ha 46 anni, è nato a Trento ed è padre di due figli adolescenti.
Dopo una breve carriera come oboista è passato al “dietro le quinte” occupandosi di organizzazione teatrale e ideazione di progetti culturali.
Dopo esperienze al Festival Pergine Spettacolo Aperto, al Teatro Sociale di Rovigo, all’Arena di Verona e al Teatro Stabile di Bolzano è stato assunto dal Teatro Comunale di Bolzano come segretario artistico fino a quando si è trasferito alla Fondazione Orchestra Haydn dove attualmente si occupa di sviluppo strategico.
Parallelamente, nel 2013, ha assunto la direzione artistica del Festival Bolzano Danza cui ha affiancato negli anni una consulenza per le stagioni di danza del Centro Culturale S. Chiara di Trento e recentemente la curatela di un’altra importante rassegna: il Festival Equilibrio di Roma.
In cosa consiste la tua professione e come sei entrato in questo mondo?
Mi sono avvicinato alla mia professione cercando una sintesi tra l’interesse per la musica, il teatro e l’impegno civile. In sé la direzione artistica di un festival o di una stagione consiste principalmente nello scegliere gli artisti e gli spettacoli che compongono un cartellone, ma nel mio quotidiano sono portato a interpretare un ruolo più esteso: cerco in primo luogo di analizzare il contesto in cui opero per poi interrogarmi sugli impatti che una manifestazione può produrre in termini culturali e sociali.
Cosa rappresenta l’arte per te e in particolare il teatro e la danza?
Per me le arti sono il luogo nel quale cercare emozioni. Specie parlando dell’arte visiva e della danza, si tende a ridurre queste forme a un’espressione ideale di bellezza, ma io sono convinto che ci possano offrire molto di più. Ci sono spettacoli bellissimi che dimentichiamo poco dopo aver lasciato il teatro, invece ci sono spettacoli, ma anche film, quadri, sculture, musiche che ci muovono qualcosa dentro. Quello che mi spinge a occuparmi di questi linguaggi e frequentare teatri e musei è la continua ricerca di quel tipo di emozione.
Ci parleresti delle esperienze e degli incontri più significativi che ti sono rimasti nel cuore?
Non sento di aver avuto un “grande” maestro, ma direi piuttosto che la mia carriera è stata puntellata da piccoli incontri con persone che nei ruoli più disparati mi hanno regalato qualche insegnamento. Spesso non era nemmeno nelle loro intenzioni: quanto si impara anche da gesti sleali e personaggi greti che incontriamo sul nostro percorso! Invece i ricordi più belli sono quelli di quando lavoravo in palcoscenico nella direzione di scena delle opere liriche, ma anche le soddisfazioni di uno spettatore commosso da uno spettacolo che ho scelto o di qualche giovane che si è innamorato di questo mondo dopo aver partecipato ai progetti che ho curato.
A quali progetti stai lavorando in questo momento?
Sto ultimando i preparativi per il Festival Equilibrio di Roma, che si apre con un’anteprima il 23 gennaio al Teatro Argentina. Contemporaneamente sto lavorando al programma alla quarantesima edizione di Bolzano Danza, un anniversario importante e molto atteso.
Quanto conta mettere la passione in ciò che fai? E quali sono le soddisfazioni e le difficoltà che puoi incontrare?
La passione è importante, ma può essere un sentimento effimero e poco efficace: è una spinta non sufficiente se non si accompagna alla competenza e alla determinazione. Ecco, credo piuttosto che la determinazione sia fondamentale, perché la direzione artistica è una professione intangibile: il pubblico, giustamente, applaude gli spettacoli e gli artisti e spesso non considera l’impegno della macchina organizzativa necessaria a presentarli. Occorre veramente sentire questo lavoro come una “missione”, soprattutto in una società che non sempre riconosce la cultura come un valore.
Che messaggio vorresti dare ai nostri lettori?
Vorrei proprio che la politica, le aziende, ma anche le persone comuni, non dimenticassero quanto le arti possono offrire: che le emozioni, l’empatia, il cambio di punto di vista cui ci allenano sono una risorsa preziosa per comunità, soprattutto nei momenti più difficili.
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martedì 21 Gennaio 2025