Ecologia della felicità

In un mondo in cui di ecologia si sente parlare in ogni dove e la felicità è qualcosa alla quale sembra sempre si agogni senza mai raggiungerla, il politologo Stefano Bartolini ha dato vita – scrivendo l’omonimo libro (Aboca Edizioni, 2021) – alla cosiddetta “Ecologia della felicità”, che mostra come ecologia e felicità siano molto più connesse di quanto si potrebbe immaginare. Non solo una vita più ecologica è più felice, ma alle basi di uno stile di vita sostenibile pare proprio che ci sia l’essere felici: vivere più serenamente, dedicando più tempo agli affetti e allo svago, aiuta il Pianeta, oltre che noi stessi.

La prospettiva odierna è quella della gravità e dell’urgenza del problema ecologico, le quali portano a sentimenti di paura e impotenza – che afferiscono alla cosiddetta ansia climatica – dati dal sentore dell’impossibilità di cambiamento. Tale percezione presente non è nuova, è la stessa leva che rende da sempre le forme più tradizionali di ecologismo fallimentari, soprattutto in politica. Nonostante le istanze verdi siano al giorno d’oggi in crescita, non hanno poi un effettivo riscontro durante le elezioni: questo accade perché esiste un problema di fondo dato dal forte impatto negativo della comunicazione ecologista, che non offre alcuna alternativa alla rinuncia.

Bartolini, però, contrasta il pensiero diffuso di una vita che, per essere ecologica, debba essere colma di rinunce e limiti e ritrova, anzi, nell’azione umana il carattere di possibilità di cambiamento grazie a passi importanti in diversi ambiti: dalla vita politica a quella quotidiana, dalla scuola al lavoro, sino ad arrivare alla pubblicità. In tutti questi campi sono dunque possibili diverse azioni che contribuiscono ad essere più ecologici, tutte con un solo focus centrale da non perdere di vista: è alla serenità che è necessario puntare.

Uno dei primi passi per un mondo migliore riguarda la modifica e il rinnovamento della democrazia, tramite la separazione dall’economia e un miglioramento della partecipazione, per raggiungere un’alta qualità politica. La vita quotidiana, invece, va riformata mediante il miglioramento di tutto ciò che la concerne: le città, gli spazi verdi, il sistema scolastico, il mondo del lavoro, la pubblicità e la sanità. In tutti questi ambiti vanno eliminate le fonti di stress – dalle auto alla competizione, per citarne due – e gli effetti negativi che inevitabilmente creano, dando spazio invece al benessere.

Al giorno d’oggi ci troviamo in un circolo vizioso nel quale si continua a difendersi da ciò che ci manca e che non fa altro che illuderci sulla possibilità di raggiungere la felicità, sempre più lontana. Dall’attuale circolo vizioso è però provato che si possa dare vita a un circolo virtuoso, in cui a catena le conseguenze siano positive e felici, per noi e per il Pianeta.

Cultura
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domenica 8 Dicembre 2024