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Digital Circus: un circo tradizionale che rispetta la natura

Arte, acrobazie, spettacolo, ma soprattutto… magia! Quando si parla di “circo”, le prime immagini che vengono in mente sono proprio queste. Dietro le quinte, però, c’è dell’altro: tanto lavoro, talento, creatività e perseveranza. Gli artisti devono allenarsi quotidianamente per conservare la propria forma e agilità e sorprendere sempre di più il pubblico – sia che si tratti di acrobati, che di ballerine, clown, prestigiatori o domatori di animali.

La tradizione del circo non è certamente recente: nasce con gli antichi romani, sotto forma di “ippodromo”. Così come lo conosciamo oggi, invece, si è sviluppato nel diciottesimo secolo. Inizialmente prevedeva solo l’uso dei cavalli, successivamente si sono aggiunti anche altri animali e nuovi personaggi, come i clown, gli acrobati, il corpo di ballo e i musicisti.

Piaccia o non piaccia, il circo è sempre stata una delle forme di intrattenimento più apprezzate dal pubblico. Su questa questione, la gente si divide in due: c’è chi lo ama e chi lo odia. Alcune persone si emozionano a vedere gli animali in grado di esibirsi come degli acrobati; altre, invece, mirano alla loro libertà e al riconoscimento della loro dignità di esseri viventi. Ritengono, perciò, sadico anteporre a questi principi la bellezza dello spettacolo. Ma cosa trova chi vorrebbe vivere l’emozione di vedere spettacoli con animali acrobati, senza vederne violata la loro natura?

Il Circo Roncalli, nato in Germania nel 1976, risponde a questa esigenza proponendosi, da più di un anno, come “Digital Circus”. La sua idea innovativa è stata la sostituzione degli animali veri con degli ologrammi: animali virtuali che, grazie ad una buona tecnologia e ad un ottimo lavoro creativo, donano al pubblico le stesse emozioni di un circo tradizionale, senza animali veri. In questo modo, il pubblico assiste ad acrobazie mai viste, nella certezza che nessun animale subisca i trattamenti innaturali previsti dall’addestramento. Altra nuova sfida del circo tedesco è quella di diventare plastic-free.

L’aspetto interessante di questa vicenda è che questa idea sia nata in assenza di una legge che proibisca la presenza di animali nei circhi – questione dibattuta da anni anche in politica. Questa tendenza, che si è estesa oltre i confini tedeschi, la troviamo anche in Francia, dove è nato l’“Ecocircus”.

Tutto questo è promettente per sia per l’ambiente che per gli animali, indipendentemente dal fatto che sia mosso da una scelta etica o una strategia economica. Infatti, se le persone si abiteranno a vedere gli animali solo nei loro habitat naturali, impareranno a considerarli parte della natura in cui vivono, e non elementi a propria disposizione. In questo modo, col tempo, il rispetto della natura smetterà di essere una presa di posizione ideologica e diventerà un piacevole automatismo.

Cultura
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